Bando periferie. L’ass. Contino: “A settembre partiranno i cantieri”. Il sen. Trentacoste:”Chi ha piani esecutivi è garantito”

“Noi non molliamo! A settembre faremo comunque partire i cantieri”. È questa la posizione dell’Amministrazione comunale, esposta oggi dall’assessore Giovanni Contino all’incontro con la stampa tenutosi nei locali della scuola materna Raffaello Sanzio.

Mentre il sindaco Dipietro si sta mobilitando in seno all’ANCI per rimediare a questa situazione, l’Amministrazione definisce una “grave distrazione” quella commessa dal Governo e da ‘chiunque abbia approvato il  decreto milleproroghe’.

Ricordando che l’emendamento che ha istituto il nuovo Fondo, che sblocca un miliardo di euro per investimenti degli 8.000 Enti locali, è stato approvato all’unanimità in Senato, il consigliere La Porta parla addirittura di “scorrettezza istituzionale” da parte della maggioranza che lo ha presentato e che sarebbe, quindi, stato votato inconsapevolmente dallo stesso Renzi, nella confusione della votazione, perché altrimenti non lo avrebbe mai votato favorevolmente.

Di “scivolone” parla anche l’assessore Ferrari che reputa si debba avere l’onesta intellettuale e politica di ammettere l’errore commesso nei confronti delle periferie cittadine.

L’obiettivo di riqualificazione del quartiere di S.Anna, che l’Amministrazione Dipietro si è prefissata, sarà comunque portato avanti, per cui a settembre si faranno partire i cantieri, considerato che il progetto presentato era già esecutivo e dato in appalto.

A quest’ultimo riguardo è intervenuto anche il senatore ennese del M5S, Fabrizio Trentacoste, il quale nel precisare che chi ha piani di periferia esecutivi è garantito e solo sugli altri sarà avviata verifica, tiene a sottolineare la tendenza dei rappresentanti istituzionali locali di fare slogan propagandistici contro qualsiasi atto posto in essere da questo Governo, anche quando sono espressione delle stesse forze politiche che hanno votato l’emendamento 13.2. La misura, che ha istituito il nuovo Fondo cassa per favorire gli investimenti delle città metropolitane, delle province e dei comuni, da realizzare attraverso l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti è stata, infatti, votata all’unanimità da tutte le forze politiche, PD renziano compreso.

In ordine ai fondi previsti dal Bando Periferie, relativi ai progetti locali – spiega il senatore – Governo e Parlamento sono intervenuti, con il decreto milleproroghe, per dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 74 del 2018, che ha rilevato l’illegittimità della gestione centralistica del Fondo, previsto peraltro per meno di 100 comuni, reputando che serva un’intesa con gli enti territoriali (le Regioni) nell’assegnazione dei fondi, non potendo intervenire solo su richiesta del Comune.  Si è garantita, tuttavia, l’immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100. Ma, vista la necessità di rispettare la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per analizzare i restanti progetti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie. In ogni caso, le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate.

Si è perciò deciso di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019, non solo per alcuni dei progetti dei comuni capoluogo che hanno partecipato al Bando, ma per tutti i quasi 8000 comuni d’Italia, al fine di consentire alle tante amministrazioni comunali che hanno avanzi di amministrazione di potere utilizzare immediatamente quelle somme per investimenti in opere pubbliche, secondo un criterio di premialità e di equità e nel rispetto dei principi costituzionali.

In sintesi – conclude Trentacoste – non verranno a mancare, in alcun modo, i fondi destinati alle periferie, relativi a progetti locali che attualmente non hanno ancora i presupposti per poter essere approvati. Sono somme che, comunque, non verrebbero spese alla luce della citata sentenza della Consulta (n. 74/2018). Si andrà a realizzare una semplice rimodulazione dovuta al ritardo nell’elaborazione di progetti completi, e non certamente un taglio indiscriminato. Infine, si sbloccano fondi che i Comuni potranno utilizzare da subito.