A Enna il congresso regionale di malattie infettive e tropicali

Il 18 e il 19 settembre a Enna si terrà il IX congresso regionale siciliano SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali). Presidenti Antonio Cascio e Luigi Guarneri (nella foto); quest’ultimo anche responsabile scientifico di questa edizione. L’appuntamento è presso il Federico II Palace Hotel.
Le malattie infettive ed il ruolo dell’infettivologo, divenuto negli ultimi trent’anni sempre più centrale e dinamico, sul fronte degli eventi infettivi epidemici ed emergenti, dettati anche dalle nuove sfide di respiro globale, saranno al centro della due giorni congressuale siciliana. L’infettivologia, nell’ambito del macro obiettivo ministeriale volto alla riduzione della frequenza delle infezioni – ancora oggi, una delle principali cause di disabilità e morte – è chiamata ad approntare strategie anche sul fronte della riemersione di patologie che si pensava fossero ormai derubricate. Tutto ciò, accanto all’invecchiamento della popolazione, che causa il transitamento di alcune malattie infettive verso le cronicità (HIV)
sarà al centro dei setting congressuali dedicati all’inevitabile mutamento dei modelli organizzativo- gestionali e dei percorsi terapeutico-assistenziali.
Il congresso affronterà anche il tema della resistenza ai farmaci antimicrobici (antibioticoresistenza) che, annualmente, a livello mondiale, registra circa 700.000 morti ed entro il 2050 lascia prevedere un impatto negativo sul PIL mondiale che oscilla dal 2% a circa il 3,5%, ed una perdita di produzione economica, tra i 60 e i 100 trilioni di dollari. Al centro della due giorni anche la prospettive circa la strutturazione di una rete infettivologica siciliana, le nuove terapie antibiotiche, il ruolo terapico delle immunoglobuline nelle infezioni gravi, l’impatto economico e clinico delle comorbilità in un contesto demografico epidemiologico che muta per i pazienti HIV. Questi ultimi, oggi possono contare su farmaci che riescono molto bene a fronteggiare l’infezione in termini di controllo della replicazione virale, ma poiché quasi l’80% delle persone con HIV in terapia antiretrovirale ha dei problemi di comorbosità, legati anche all’invecchiamento demografico, vi è necessità di intensificare la ricerca in tal senso, oltre che serve insistere sul fronte preventivo dei test, visto che, altresì, circa il 50% delle nuove diagnosi arriva in fase avanzata della malattia. Si stima, infatti, che ci siano circa 15 mila pazienti che non sanno di avere l’infezione pur essendone colpiti. Al centro del congresso anche la problematica sempre più emergente relativa alla necessità di coniugare prevenzione, sorveglianza e cura con la sostenibilità del sistema sanitario, oltre alla delicata questione della parità di accesso dei malati ai farmaci di nuova generazione ed alle terapie più innovative dai costi assai elevati.