Aidone: Nuccio Chiarenza si è dimesso da presidente del Consiglio comunale

Aidone. Nuccio Chiarenza ha rassegnato le dimissioni da presidente del consiglio comunale inviate al segretario, ai consiglieri comunali e, per conoscenza, al sindaco di Aidone. Nella nota, Chiarenza scrive che le dimissioni sono di natura personale scegliendo di rendere pubbliche le sue motivazioni. “Sono stato eletto come capolista nella lista civica: “Aidone cambia verso” candidato sindaco Vincenzo Lacchiana – afferma Chiarenza. Votato come presidente del consiglio comunale, già da anni, insieme ai due consiglieri della stessa lista Viviana Calcagno ed Antonio Randazzo, avevo preso le distanze, così come avevano fatto gli ex assessori Serena Schillirò ed Andrea Mania, dalle posizioni dubbie ed oscure del sindaco e degli altri consiglieri di suo riferimento. Resto in carica come semplice consigliere, per continuare a portare avanti le mie idee di attiva e sana operosità politica per il bene dei cittadini aidonesi”.

– Perché si è dimesso? –

“Le motivazioni delle mie dimissioni dalla carica di presidente del consiglio – spiega Chiarenza – non sono né di natura politica, nè istituzionale, ma unicamente collegate ad elementi di sani e forti principi nell’operare secondo legalità, giustizia e trasparenza”. Chiarenza sostiene la sua posizione di neutralità e il rispetto e la tutela delle opinioni di tutti nella conduzione delle sedute del civico consesso. “Mi preme sottolineare-  aggiunge- che sin dalla mia elezione, giugno 2014, ho sempre rivestito il ruolo di presidente del consiglio, mantenendomi sempre super-partes e facendo costantemente rispettare lo statuto ed i regolamenti comunali. Mi sono adoperato in vari modi e con varie iniziative per far emergere l’importanza del ruolo di garante dell’assemblea consiliare e, tra non poche difficoltà, ho sempre incoraggiato ed auspicato un elevato livello dei toni del dibattito consiliare, attraverso il rispetto delle prerogative e dei ruoli di ogni rappresentante eletto. Ho rispettato la funzione di terzietà, tesa a garantire equilibrio nei lavori consiliari e mi sono limitato a coordinare l’attività dei dibattiti e delle polemiche politiche, astenendomi sia in consiglio, che negli altri contesti pubblici, ad esprimere opinioni che avrebbero comportato un giudizio di parte. Ho esercitato il ruolo attribuitomi con rispetto e correttezza ma soprattutto con imparzialità e sempre a garanzia della trasparenza e legittimità degli atti trattati, deliberati e non”. Chiarenza disapprova l’atteggiamento del primo cittadino nei confronti del consiglio. “Dichiaro che l’organo consiliare che ho presieduto è stato spesso mortificato nella sua funzione istituzionale sia dal sindaco che dai consiglieri di suo legame. Ho constatato che durante le varie sedute consiliari, il sindaco, quasi sempre, non ha mai dato risposte chiare, ma vaghe e sfuggenti a tutte le interpellanze e mozioni presentate dai consiglieri firmatari. Per le sopraccitate motivazione ho ritenuto doveroso informare e sollecitare gli organi di controllo della Regione siciliana”- sottolinea Chiarenza.

Così anche nell’ultima adunanza. “Nella recente seduta consiliare dell’11 settembre scorso – evidenzia Chiarenza- ho fatto sì che gli atti di indirizzo determinati dal consiglio, sostenuti dalle relative interpellanza e mozioni presentate per la riduzione delle tariffe sulla tassa dei rifiuti anno 2018, venissero dibattuti con obiettività, ma il sindaco non ha saputo dare risposte, non ha nemmeno saputo motivare la promessa mancata riduzione delle tariffe Tari. Ha solamente riconfermato i costi dei rifiuti anno 2017, facendo soltanto riferimento alla delibera di giunta, senza ancora approvazione in consiglio comunale del bilancio preventivo 2018”.  E rimarca gli impegni non mantenuti dal sindaco: “Ricordo che il sindaco a seguito delle recenti interpellanze presentate da consiglieri e da comitati civici, con suo comunicato divulgato via stampa, aveva dichiarato di rivedere le suddette tariffe e di ridurre le stesse”.  “Le mie dimissioni – conclude- esprimono una continua e protratta sofferenza nel verificare e contestare il permanente malessere amministrativo creato dal sindaco alla comunità aidonese. Per le suddette motivazioni, lo scrivente ed altri consiglieri hanno inoltrato, per dovere d’ufficio, una serie di diffide/esposti agli Organismi competenti, per l’esame della verifica della legittimità e liceità di tanti atti amministrativi espletati dal sindaco, giunta e dirigenti comunali”.

Angela Rita Palermo collaboratrice La Sicilia