Celebrata al teatro Garibaldi di Piazza Armerina la “giornata mondiale dell’Alzheimer”

La giornata mondiale dell’Alzheimer celebrata al teatro Garibaldi di Piazza, organizzata dall’Aima provinciale con il patrocinio dell’Asp Enna, si è aperta con alcune buone notizie che fanno ben sperare per il futuro. La prima notizia è arrivata con l’intervento dell’onorevole Luisa Lantieri che ha comunicato che il disegno di legge, preparato dalla stessa con la consulenza del neurologo Claudio Millia, direttore del Centro Diurno di Piazza Armerina, andrà in discussione il prossimo 10 ottobre all’Assemblea regionale e poi il direttore sanitario dell’Asp, Emanuele Cassarà ha comunicato che l’Azienda, in futuro cercherà di potenziare il Centro in modo da poter ospitare con una migliore e maggiore assistenza sia dei malati che dei familiari ed anche in questo senso l’intervento del sindaco di Piazza Armerina, Nino Cammarata, ha sottolineato che il centro Diurno dovrà diventare un “centro di eccellenza” per il centro Sicilia.

Tante le persone presenti per questa celebrazione, provenienti anche da altri comuni, in apertura dei lavori ci sono stati i saluti del presidente provinciale Aima, Giuseppe Micali, del presidente dell’ordine dei medici, Renato Mancuso, c’è stato il saluto dei rappresentanti dell’Aima di Caltagirone, Eviana Cappello e Jessica Montemagno, mentre il dottor Franz La Greca, primario del reparto di neurologia dell’ospedale Caltagirone, ha sottolineato come un Centro Diurno deve avere a disposizione tutte le apparecchiature necessarie per poter tirare fuori una diagnosi sul tipo di demenza. Gli esperti intervenuti hanno sostenuto con grande vigore che deve esserci una stretta collaborazione tra il medico di base, che è il primo esperto a contattare il paziente e gli altri medici specialisti. Tanti gli interventi dalla testimonianza via di Mauro Mirci, alle neuropsicologhe calatine Maria Selene Tarascio e Jessica la Loccia, a chiudere l’incontro sono stati Caludio Milia e le due neuropsicologhe dell’Aima provinciale Desirèe Leonardo e Fabiola Russotto. Questi i punti cardini sostenuti dagli esperti :1) sensibilizzazione del medico di famiglia che ai primi dubbi di possibile quadro dementigeno deve inviare il proprio paziente con una breve anamnesi clinica presso un centro specialistico che porrà la probabile diagnosi di demenza e l’eventuale terapia; 2) l’uso accorto, consapevole e limitato nel tempo dei psicofarmaci il cui abuso spesso è causa di effetti paradossi; 3)la necessità di creare una reale rete di servizi integrati che guidi e accompagni il malato dalla diagnosi, alla terapia farmacologica, alla riabilitazione sino alla istituzionalizzazione, il tutto all’interno di un percorso unico e specifico; ribadire il messaggio che ad oggi dalla demenza non si guarisce ma si può curare, che esistono un 20% di forme reversibili, e che la diagnosi e cura deve essere affidata solo ed esclusivamente a specialisti.