Maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale di gruppo al carcere di Enna, assolti tre degli imputati

Il Collegio Penale del Tribunale di Enna, composto dal Presidente Francesco Paolo Pitarresi e dai Giudici Nelly Mangiameli e Andrea Agate, all’esito di una lunga camera di consiglio ha dichiarato nel tardo pomeriggio di ieri l’assoluzione e il non luogo a procedere per tutti e tre gli imputati.

I tre erano imputati dei reati di maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale di gruppo, tutti aggravati da numerose circostanze quali l’avere agito per motivi abietti e futili, avere adoperato sevizie e per avere agito con crudeltà verso la persona, per avere approfittato della minorata difesa del soggetto passivo del reato e per avere agito su persona sottoposta a limitazione della libertà personale; i fatti si erano registrati nel mese di Giugno del 2015, all’interno del carcere di Enna mentre tutti gli indagati si trovavano detenuti assieme al soggetto che poi avrebbe appunto subito tali reati.

Nel mese di Novembre 2016 venne emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di cinque indagati ovvero Antonio Spoto (1985), Roberto Spampinato (1979), Lorenzo Russo (1970), Giovanni Sapuppo (1980), tutti di Catania e Gabriel Enrique Segovia (1995), di Pachino, mentre un sesto indagato, Antonino Germanà (1973) veniva rigettata la richiesta di misura cautelare.

Successivamente i tre imputati Spoto, Spampinato e Russo, decidevano di definire la loro posizione processuale con il rito abbreviato e nel marzo di quest’anno venivano tutti e tre condannati dal GIP del Tribunale di Enna che li riconosceva colpevoli dei reati loro ascritti.

Diversa sorte per i tre imputati Sapuppo, difeso dall’Avv. Filippo Freddoneve, Germanà, difeso dall’Avv. Maria Michela Trovato e Segovia, difeso dall’Avv. Giuseppe Gurrieri, per i quali il Tribunale di Enna ha dichiarato di non doversi procedere per i reati di maltrattamenti in quanto riqualificandoli nella diversa ipotesi di reato di atti persecutori, difettando la querela da parte della persona offesa, l’azione penale non doveva essere iniziata, mentre per i reati di lesioni e di violenza sessuale di gruppo, ha pronunciato l’assoluzione per non aver commesso il fatto, disattendendo così le richieste del P.M. che aveva sollecitato la condanna per Germanà a tre anni e mezzo di reclusione e per Segovia a sette anni di reclusione, cheidendo l’assoluzione per il solo Sapuppo.

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