Nicosia: 9 giorni a “Le giornate di Davì”

Nicosia freme. Nicosia aspetta. 9 giorni al grande evento. Nicosia vuole vedere e assaporare con occhi e orecchie la cultura. Nicosia vuole essere una moderna Atene con una stoà e un’agorà tutta per sé. Nicosia sogna il rilancio turistico attraverso i libri e la cultura. Sogna e mira all’obiettivo di diventare capitale culturale di Sicilia. E tutto grazie ad una persona, Aldo La Ganga, motore, anima e corpo di una rassegna, “Le giornate di Davì”, che si apprestano ad accompagnarci in questa loro terza edizione. Un’edizione che, praticamente, si raddoppia in un duplice appuntamento con i primi tre giorni, 19, 20 e 21 Ottobre e poi ad Aprile. Diversi autori all’interno di una kermesse il cui DNA è il confronto continuo attraverso i libri calcheranno il palco dell’androne comunale, location ideale e naturale della rassegna. Stiamo parlando di autori quali Pietrangelo Buttafuoco, Antonio Ingroia, Yanis Varoufakis, Pepe Mujica e solo per citarne alcuni. Guardate il programma: immenso, sconfinato, ricco come i migliori menù di un ristorante pluristellato. Qui saranno le pupille neuronali a gioire. Le pupille della coscienza e dello spirito che si elevano nella sublimità del pensiero libero e indipendente. Libertà. Che parola strana. Ci riempiamo la bocca di questo vocabolo, eppure quando ci chiedono che cosa sia per noi la libertà, la risposta o non c’è oppure è stupida. Come esprimere, d’altronde, l’inesprimibile? L’ineffabile senso di libertà? Questa rassegna forse, ma che dico forse, sicuramente, saprà riempire la parola “libertà” attraverso il libero pensiero. La libertà anche di non partecipare e organizzare sottobanco quegli eventi paralleli che servono a distogliere il pubblico. Miseria umana che non comprende ciò che Nietzsche ha definito “trasvalutazione dei valori” e che ancor crede che è forte colui che si sottomette a qualsiasi forma di bandiera. Dio è morto e con Questi sono morti tutti i valori del tempo che fu. Non nascondiamo l’idea che siamo ormai nel più nero relativismo nichilistico. Anche le certezze tremano e le millenarie istituzioni ormai sono, per usare un eufemismo, “demodé”. C’è una terra vergine in cui l’homo novus può vivere e prosperare capendo che è Egli stesso una divinità. Lì può costruire liberamente i nuovi valori e la nova morale. Lì può sondare il campo e piantare i fiori che preferisce. Mettendoci veramente il cuore libero da qualsiasi impedimento fisico e psicologico. Amor fati? Libertà? Chi lo sa. Lo so, sto divagando troppo. Sento già l’aria di Davì. Un’aria salutare. Nuova. Fresca. Prorompente. Viva. Vera. Libera. Tutti a Nicosia quindi il 19,20 e 21, quasi a mo’ di processione o pellegrinaggio, ad accogliere questi semi di libertà.

Alain Calò