Agronomi e forestali di Enna e AIPIN-Sicilia: opere di ingegneria naturalistica per consolidamento di scarpate

Enna. Nella consapevolezza che “la finalità delle tecniche di Ingegneria naturalistica è quello di intervenire sull’ambiente senza indurre ulteriori elementi di instabilità, ma sfruttare le capacità naturali di piante, alberi, del materiale vegetale nel suo insieme con lo scopo di consolidare e proteggere dall’erosione le scarpate, ricostruire ecosistemi danneggiati, ricucire il paesaggio naturale”, l’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della Provincia di Enna, presieduto dal dott. agronomo Giuseppe Fabio Varelli, e l’Aipin regionale (Associazione italiana per la ingegneria naturalistica), hanno organizzato una due giorni su “La realizzazione di opere di Ingegneria naturalistica per il consolidamento di scarpate/versanti in frana”. Verranno prese in esame le principali tecniche di ingegneria naturalistica applicabili alla sistemazione dei versanti franosi e in erosione.
Nella 1^ giornata, venerdì 12 ottobre 2018 ore 8:30 – 13:30, presso la biblioteca comunale di Villarosa, il programma prevede, dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente dell’Ordine degli agronomi, la trattazione delle “Norme di sicurezza nei cantieri mobili” a cura dell’ ing. Michele Malla e della “Descrizione dei metodi di consolidamento utilizzati” a cura dell’ing. Gianluigi Pirrera; di poi, dalle ore 14:30 alle ore 18:30, presso il parco urbano comunale “Villa Lucrezia” di Villarosa, una esercitazione pratica sulle “Opere di consolidamento e stabilizzazione: gabbionata inverdita, grata viva, palizzata rinverdita, palificata”, a cura dell’Ing. Gianluigi Pirrera e dal dott. agr. Riccardo Perricone.
Nella 2^ giornata, sabato 13 ottobre 2018 ore 8:30 – 13:30, presso lo stesso parco, altra esercitazione pratica sulle “Opere antierosive di inerbimento e di completamento”, a cura dell’ing. Gianluigi Pirrera e del dott. agr. Riccardo Perricone.
I partecipanti, agronomi e forestali, sono tenuti a dotarsi di DPI (Dispositivi protezione individuali). L’ingegneria naturalistica è una disciplina tecnico-scientifica, dice il presidente dell’Ordine Varelli, che utilizza piante vive autoctone come materiale da costruzione, unite a materiali inerti quali pietrame e massi, terra, legname, ferro e acciaio, geosintetici e fibre naturali.
L’impiego delle tecniche naturalistiche ha generalmente finalità antierosive, stabilizzanti e di consolidamento. La funzione dei materiali inerti, dice ancora il dott.Varelli, è quella di garantire l’efficienza delle opere per un periodo sufficiente al completo sviluppo dell’apparato radicale della vegetazione messa a dimora, dopodiché l’importanza degli elementi strutturali si riduce, in relazione anche alla durabilità dei materiali che li costituiscono.
Nell’evento verranno prese in esame le principali tecniche di ingegneria naturalistica applicabili alla sistemazione dei versanti franosi e in erosione.
L’utilizzo di queste tecniche di sistemazione del suolo si avvale di una lunga tradizione in Europa. Quello dei versanti e in genere gli interventi di sistemazione idrogeologica in zone montane è il settore dove è nato oltre cent’anni fa in Austria l’uso tradizionale di certe tecniche di sistemazione dei versanti con tronchi, pietrame e ramaglie vive di salici, quali la palificata carniolica. Tali tecniche (che oggi chiamiamo appunto di ingegneria naturalistica) si sono poi sviluppate nei primi decenni del ‘900 nel Centro-Europa, e in particolare nel dopo guerra, negli anni ’50, dal momento che, a seguito degli eventi bellici, erano venute a mancare materiali quali ferro e cemento e si riscoprirono quindi nelle sistemazioni montane tecniche e materiali tradizionali, economici e facilmente reperibili in loco. Da qui lo sviluppo di una serie di tecniche caratterizzate da tecnologie semplici, basso costo dei materiali e con una certa incidenza di mano d’opera, allora disponibile a basso costo.
Accanto al recupero di tecniche tradizionali (cordonate vive, palificate vive) vi fu tra gli anni ’50 e ’70 un grosso sviluppo di nuove tecniche inizialmente per la buona volontà di singoli professionisti, in seguito per la disponibilità di nuovi materiali e tecnologie (pomeri collanti per idrosemine, geosintetici,etc.) che hanno consentito ad oggi una vasta applicazione dell’ingegneria naturalistica in tutti i settori del territorio. Non secondaria in questo processo di diffusione delle tecniche naturalistiche, afferma il dott. Giuseppe Fabio Varelli, la crescente sensibilità ambientale a tutti i livelli tecnico-amministrativa, sociali e politici.

Nino Costanzo