Gagliano: “La politica energetica dopo Mattei”

La conoscenza del passato è preziosa per la costruzione del futuro. Ecco perché, dopo cinquant’anni di elogi al primo presidente dell’Eni, Enrico Mattei, è ora di tirare le fila e capire a che punto del cammino si trova la politica energetica in Sicilia. Di questo si è parlato nel corso della tavola rotonda tenutasi giovedì scorso a Gagliano, sul tema “La politica energetica dopo Mattei”. La dirigente del servizio di pianificazione e programmazione energetica dell’Assessorato regionale all’Energia, Francesca Marcenò, ha illustrato le priorità della Regione Sicilia in tema di sviluppo energetico, a partire dalla semplificazione amministrativa. Il settore degli idrocarburi è uno degli assi strategici su cui punta la Regione. Sostenibilità ambientale, diversificazione delle fonti energetiche alternative e semplificazioni burocratiche sono i temi che segnano il punto di ripartenza per lo sviluppo energetico. Si sta lavorando seriamente per la valorizzazione delle fonti energetiche alternative che, insieme all’attività di estrazione degli idrocarburi (non impattante per l’ambiente), potrà dare la spinta necessaria al soddisfacimento del fabbisogno energetico. Attualmente la produzione di energia elettrica derivante da fonte rinnovabile è pari al 13,3% della produzione di energia totale regionale. Il fotovoltaico sembra essere maggiormente in crescita rispetto ad altre fonti e Ragusa è il sito con maggiori impianti di questo tipo. L’energia eolica negli ultimi due anni appare abbastanza statica. “Dobbiamo accelerare le fonti energetiche di calore”, ha detto la Marcenò, puntando su geotermia, biomasse e bioliquidi. “Che il 2013 possa essere l’anno del rilancio economico in questo settore”, ha aggiunto. Tra il 2010 e il 2011 gli impianti di biomasse sono aumentati da 11 a 34. Nonostante sia buona la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si deve ancora fare molto per quelle del calore e comunque, in generale, le fonti rinnovabili devono crescere molto.
L’amministratore delegato Enimed, Antonino Galletta, ha illustrato la situazione per quanto riguarda l’estrazione e l’esplorazione degli idrocarburi in Sicilia. L’Eni è la sesta compagnia mondiale e, nel 2005, per le attività sul territorio siciliano, è stata creata Enimed, che occupa 240 dipendenti diretti e 800 nell’indotto. “Puntiamo molto sulla salute e sulla sicurezza – ha detto – infatti il tasso di incidenti è estremamente basso”. Attualmente in Sicilia esistono: tre piattaforme in mare, due centr’oli e tre centri di raccolta gas, tra cui quello di Gagliano, che oggi occupa 20 lavoratori e oltre 200 unità impiegate nell’indotto.

Valentina La Ferrera