V – Sant’Anna è la Patrona di Enna Bassa (o meglio della città di Sant’Anna)

Egregio Signor Sindaco, quando ero studente al Liceo, il compianto Prof. D’Angelo ci fece tradurre un’orazione contro Catilina. Cicerone diceva: ”gli ennesi pensano che Cerere abiti presso di loro, per cui a me sembra che essi siano non cittadini di quella città, ma siano tutti sacerdoti”. Cosa avrebbe potuto dire se fosse venuto nei nostri tempi? Allora vi era una sola dea da venerare; oggi abbiamo una Patrona, un Compatrono, un Santo o una Santa per ogni quartiere, per ogni zona, piazza o via. E tutti questi Santi devono essere festeggiati con cerimonie religiose, ma anche con processioni all’esterno delle chiese.
E mi sembra una cosa giusta!
Di recente abbiamo avuto una Patrona molto importante da festeggiare. Sant’Anna è la Patrona di Enna Bassa (o meglio della città di Sant’Anna) e deve essere festeggiata con processioni, passeggiate e giochi pirotecnici. Quindi, processione in tutto il quartiere (pardon, “città”). “Ma come, la processione deve attraversare in lungo tutta la strada statale? E se fosse necessario lasciare il transito libero per le autobotti dei vigili del fuoco? O se fosse necessario un trasporto immediato al pronto soccorso?” Borbottava un vecchio ottuagenario!
Questo brontolone, intanto, non ha capito che Sant’Anna è la Patrona e, quindi, la PADRONA delle strade del quartiere (pardon, città di Sant’Anna) e poi dov’è la difficoltà? Le macchine provenienti da Caltanissetta possono salire fino ad Enna Alta da Santa Lucia Scifitello, scendere dalla via sant’Agata, procedere dalla circonvallazione del “Dirupello” e tutto OK. I mezzi provenienti da Catania possono compiere il percorso inverso.
E i mezzi provenienti da Pergusa o diretti a Pergusa? Abbino un’«oretta» di pazienza, in attesa che cessi la processione!
Un cordiale saluto.

Vittorio Cavallotti


Sappiano gli avvenire che da questa casa il 18 maggio 1895 FELICE CAVALLOTTI censore imperterrito di prepotenti parlando al popolo fremente di vita nuova e ammonendo con terribile esempio gli oppressori evocava EUNO lo schiavo Siro che in nome dell’umana eguaglianza a capo d’innumeri schiavi ribelli fiaccò mirabilmente più volte la prepotenza di Roma insegnando ai legislatori del Mondo gli schiavi non essere cose ma Uomini