Megadiscarica Dittaino: Manca il visto della Soprintendenza di Enna

Una precisazione da parte della Soprintendenza di Enna, sembra confermare i dubbi espressi da più parti e manifestati dal ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, sulle autorizzazioni alla realizzazione della discarica al Dittaino. Interrogativi che diventano più pressanti alla luce dell’inserimento della discarica nel Piano regionale, presentato due giorni fa dalla Regione. La soprintendente di Enna, Fulvia Caffo, precisa in una nota: “Si comunica che nessuna richiesta risulta agli atti della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Enna, la quale non ha emesso alcuna autorizzazione o pronunciamento nel merito del progetto della mega discarica del Dittaino”.
Quindi all’Ente di tutela non è mai stata presentata, secondo quanto affermato dalla stessa soprintendente, nessuna richiesta di rilascio dei visti, ma la parte che a questo punto potrebbe determinare la nullità dell’intero procedimento che ha portato l rilascio dell’autorizzazione a realizzare la discarica, regolarmente pubblicata nella Gazzetta ufficiale lo scorso luglio ed ore inserita per Piano delle discariche è il riferimento fatto dalla Caffo ad una norma che impone un esame da parte della soprintendenza. La nota infatti prosegue sottolineando che non vi sono pareri “neppure ai sensi del D. Legge n. 63/2005 che impone comunque, anche in assenza di vincoli paesaggistici la verifica preventiva dell’interesse archeologico, per i progetti afferenti opere pubbliche e quelle ad essi equiparate”.
In realtà come sottolinea il presidente di Confindustria Enna Nino Grippaldi, tutti presupponevano esistenza di un visto dell’Ente di tutela, considerato che è obbligatorio per legge. “La circostanza che il progetto risulta approvato dalla Regione – dice Grippaldi – ha fatto ritenere che almeno l’iter delle autorizzazioni e dei nullaosta degli enti regionali stessi, fosse stato regolarmente seguito. Ritengo che nessuno tra gli imprenditori, dei comitati e delle associazioni che si oppongono al progetto, abbia pensato che mancasse questo visto. Apprenderlo conferma le perplessità manifestate dal ministro Prestigiacomo. Ben vengano le indagini della magistratura e quelle ministeriali per verificare l’intero iter e la sua legittimità”.
Se effettivamente il visto al quale fa riferimento la soprintendente Caffo manca nella pratica, l’autorizzazione della regione potrebbe essere nulla e il ricorso al Tar che il Comitato spontaneo intende presentare potrebbe essere accolto. Secondo la normativa, la verifica dell’interesse archeologico deve essere “preventiva e richiesta in sede di progetto preliminare”.
Prima dell’approvazione la stazione appaltante deve “trasmettere al soprintendete territorialmente competente – si legge all’articolo 95 della norma – prima dell’approvazione, copia del progetto preliminare o uno stralcio di esso, sufficiente a fini archeologici, ivi compresi gli esiti delle indagini geologiche ed archeologiche preliminari”. Intanto sarebbe già avviata la procedura dell’indagine ministeriale annunciata dalla Prestigiacomo, ma anche il ministero degli Interni potrebbe avere chiesto accertamenti considerato che il prefetto di Enna Giuliana Perrotta avrebbe, ed il condizionale è d’obbligo, già convocato i quattro rappresentati dei gruppi che hanno presentato le denunce contro la realizzazione della discarica.
“Malgrado siano state presentate ben 4 diverse istanze – conclude il presidente di Confindustria Enna – a ben 23 giorni né la Provincia, né il Comune di Assoro, né la Regione, hanno fornito le documentazioni richieste, malgrado la declamata trasparenza dell’intero iter”.
Giulia Martorana