Barrafranca: Chiuso bar per omertà

Barrafranca. E’ la prima volta, in tutta la provincia di Enna che un locale pubblico viene chiuso, anche se per un tempo determinato, appena cinque giorni ed una sanzione amministrativa di 50 euro, per non avere collaborato con la giustizia o meglio per l’omertà del suo proprietario, che, per paura di ritorsioni, si è trincerato dietro il silenzio, senza avvertire tempestivamente le forze dell’ordine.
Il titolare del bar lo scorso 26 dicembre: “biasimò di avere avuto timori per sé ed i propri familiari chiudendo il locale e non provvedendo, in tale situazione, di avvertire con qualunque mezzo di comunicazione le forze di polizia”.
Il bar, che si trova nel viale della Repubblica, è poco distante dal luogo dove il giorno di Santo Stefano, fu ucciso, mentre si trovava all’interno della sua Alfa Romeo, con tre colpi di pistola Maurizio Marotta, 32 anni, che da pochi giorni era tornato a Barrafranca da Colonia per trascorrere le festività natalizie e per consentire alla sua compagna, una ragazza polacca, di dare alla luce una bambina presso l’ospedale Chiello di Piazza Armerina. In tale circostanza fu ferito ad una gamba il fratello Gaetano.
Nella mattina di ieri, al titolare del Bar, è stata notificata la determina sindacale del 7 gennaio, che rimarca le sanzioni adottate dopo l’incontro svoltosi da parte del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi nella sede del palazzo municipale barrese lo scorso 27 dicembre su invito del prefetto Giuliana Perrotta.
Una riunione dove è stato stigmatizzato il comportamento di molte persone di Barrafranca, che sostanzialmente erano presenti al momento dell’omicidio, ma che si sono rifiutati di collaborare con le forze di polizia per cercare di identificare l’autore dell’omicidio.
Un provvedimento che ha destato – ma che continuerà per molto tempo – parecchio scalpore, è la prima volta che un atto di questo genere viene applicato ad un locale pubblico e soprattutto legato ad un omicidio che sembra essere di mafia non solo per le modalità, ma anche per la figura complessa dell’ucciso, visto che Maurizio Marotta non solo aveva precedenti per droga, ma anche era molto conosciuto dalla polizia di Colonia, che sta collaborando con quella ennese e la Dda di Caltanissetta perché si ritiene che l’omicidio sia scaturito nell’ambito della criminalità organizzata.
“E’ sicuramente una triste pagina per la nostra comunità – afferma il sindaco Angelo Ferrigno – quello che è successo all’indomani di Natale, ma questo non significa che la stragrande maggioranza dei cittadini barresi assuma comportamenti di mancanza di senso civico”.


Maurizio Marotta, il trentaduenne assassinato nella sua auto la sera del 26 dicembre scorso da un killer che ha agito da solo, era “persona nota alla polizia tedesca”. La polizia di Colonia dove Marotta risiedeva da diversi anni, sta lavorando con gli inquirenti italiani per ricostruire gli interessi, gli ambienti nei quali si muoveva l’uomo ed i personaggi che frequentava. Marotta non aveva alcun lavoro e in Germania risultava un nullatenente disoccupato. Marotta comunque, aveva deciso di tornare a viveva a Barrafranca. Una decisione maturata in coincidenza con la nascita della figlia, venuta alla luce 10 giorni prima dell’agguato.
Le indagini svolte dai carabinieri del Comando provinciale di Enna e dalla Dda di Caltanissetta puntano alla pista del delitto maturato negli ambienti della criminalità organizzata dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Da qui il coinvolgimento degli investigatori tedeschi. Sarebbe emerso che, se pure Marotta non ha avuto arresti né processi, era noto alla polizia e probabilmente tenuto sotto controllo proprio perché in contatto con personaggi sospettati di far parte di bande di trafficanti di droga.