Kore Enna punto di riferimento per le “Università Meridionali”

Enna. Una cerimonia di inaugurazione del sesto anno accademico dell’Università Kore, che ha avuto momenti particolarmente significativi non solo perché è stata consegnata una laurea honoris causa, la prima della Kore, in Giurisprudenza ad uno dei religiosi più dinamici e preparati del mondo cristiano, al Patriarca di Gerusalemme, Fuad Twal, che vive la sua vita in mezzo ad una realtà complessa, dove, in questo periodo, è in atto una guerra di religione, che sta seminando conflitti e morti, ma anche perché la presenza di 30 rettori di università italiane e straniera ha consentito di fare il punto sulla riforma universitaria in atto, che ha creato la protesta degli studenti, che ha bisogno di una profonda riflessione ed anche delle modifiche se si vuole veramente ottenere dei risultati positivi, una riforma che ha bisogno di consensi, soprattutto tra gli addetti ai lavori. Tra i rettori presenti, che hanno sfilato in ordine di fondazione delle loro università, i siciliani di Palermo e Messina, preceduti dal rettore dell’Università “la Sapienza “ di Roma, ma anche i rettori delle Università di Alessandria, Cipro, Cordova (Spagna), Madiba (Giordania), Metz (Francia) e Namur (Belgio) oltre a presenze illustri come il cardinale Romeo, vescovo di Palermo, Giorgio Benvenuto, ex segretario della Cisl, l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Centorrino, il vice presidente della commissione antimafia Luigi De Sena in sostituzione del presidente Pisanu, il Procuratore Generale di Catania D’Agata, la deputazione nazionale e regionale ennese, presidi di facoltà e docenti provenienti da tutta la Sicilia, studenti.

Una coreografia molto significativa quella dell’Auditorium di Ingegneria, che sembrava un cantiere aperto (in legno) per fare capire che l’Università Kore è un cantiere aperto, ma è un cantiere vivace, che ha un progetto importante da realizzare, che vuole diventare un punto di riferimento non solo per la Sicilia, ma anche per l’intero bacino del Mediterraneo non per niente uno dei suoi obiettivi più significativi sono “la valorizzazione di un capitale umano tradizionalmente sottoutilizzato e che ha sposato la politica dell’internazionalizzazione finalizzata a valorizzare la posizione baricentrica della Sicilia nell’area mediterranea”.

Ad aprire i lavori, giustamente, è stato il presidente della Kore, Cataldo Salerno, che si è soffermato sull’università libera ennese, che, nonostante manchi di aiuti dello Stato, continua a prosperare, che riesce a crearsi un suo piano di sviluppo; quindi il rettore Salvo Andò che ha affrontato i temi più importanti che travagliano le università, sottolineando anche come tutti sono impegnati ad Enna nella realizzazione di una vera Università residenziale.

L’assessore Centorrino ha voluto sottolineare che la Regione Siciliana per le Università siciliane dovrebbe e potrebbe fare di più, magari puntando sui fondi strutturali dell’Unione Europea, dichiarando la Kore come una delle università più fattive. Il preside della facoltà di Giurisprudenza, professor Giuseppe Di Chiara, ha parlato del “principio della legalità”, del sacrificio di Don Pino Puglisi, di Falcone e Borsellino, del loro impegno costante e significativo che è stato un atto d’amore nei confronti della loro terra. Il vice presidente della commissione antimafia, Luigi De Sena, ha lanciato un appello alle ‘Università Meridionali’ affinché siano vicine alla realtà, che evitino la fuga di cervelli, perché ci sia un indirizzo comune nella lotta alla criminalità organizzata.

Il Professo Medina Morales dell’Università di Cordova ha spiegato le ragioni, le motivazioni per cui al Patriarca di Gerusalemme, Fuad Twal, viene consegnata la laurea honoris causa. Subito dopo la cerimonia di consegna della laurea da parte del Rettore Salvo Andò e la lezione magistralis del Patriarca che ha parlato di identità culturale e globalizzazione.
 
Il presidente dell’Università Kore, Cataldo Salerno, ed il rettore Salvò Ando, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico, il sesto, per la libera università ennese, hanno evidenziato non solo la crescita della Kore, ma anche la sua posizione strategica nei confronti dei paesi del bacino del Mediterraneo, ma anche come punto di riferimento per le Università Meridionali. Cataldo Salerno,nel suo intervento, ha voluto sottolineare, come questa inaugurazione dell’anno accademico si è sviluppata su due momenti particolari come la consegna della laurea honoris causa al Patriarca di Gerusalemme, Fuad Twal, ma anche la evidenziazione che la Libera università Kore, in questi sei anni, è cresciuta molto, rimane un cantiere aperto (e la coreografia lo dimostra) nel senso che si costruisce sempre per migliorarsi, per diventare rispondente a quelle che sono le esigenze dei giovani, che è riuscita a crescere, nonostante i tanti pregiudizi, senza fondi dello Stato e “siamo importanti perché siamo libera università libera”. “La nostra – ha dichiarato Cataldo Salerno – è stata una scelta oculata, non abbiamo ceduto davanti a determinate lusinghe, siamo stati contrari al quarto polo in quanto non c’è stata la volontà vera di fare sistema ed i fatti ci hanno dato ragione. Rimaniamo un cantiere aperto per tutti, per cercare di crescere assieme agli studenti, che hanno capito il nostro sacrificio ed il nostro impegno”.
Il rettore Salvo Andò ha voluto parlare dei risultati conseguiti in questi sei anni, ma anche come consolidarli, grazie all’entusiasmo ed alla tenacia dimostrati da tutti i membri della comunità universitaria; “si tratta di risultati importanti sul piano della quantità e della qualità non solo per chi lavora e studia in questo ateneo, ma anche per l’intera regionale”. L’impegno ha consentito di superare lo scetticismo che c’era attorno alla Kore, e se oggi la Kore è una realtà lo si deve anche al sostegno degli uomini delle istituzioni, del mondo dell’impresa e da quello delle professioni e dei singoli cittadini che hanno destinato alla Kore il 5 per mille del loro reddito. Salvo Andò ha anche voluto specificare che l’investimento in cultura e ricerca è quello che garantisce il più elevato ritorno per la collettività e parlando della riforma ha voluto evidenziare che i nodi irrisolti della riforma non riguardano solo le risorse. “La riforma – ha dichiarato Salvo Andò – per operare a regime richiede un numero assai alto di decreti delegati, di regolamenti, di decreti ministeriali, di provvedimenti che dovrebbero essere presi dalle singole università. Nel corso degli anni l’università è cambiata, ha diversificato le proprie mission sulla strada della conoscenza e della formazione, le Università ormai sono delle “istituzioni multi obiettivo” perché devono occuparsi di educazione permanente“. Salvo Andò ha anche manifestato la preoccupazione che si possano creare due sistemi universitari, quello del Centro-Nord, sostenuto da privati e regioni, e quello del Mezzogiorno sempre più sottofinanziato, quindi marginalizzato, andando ad impoverire il capitale umano del Sud. Il rettore della Kore ha voluto anche evidenziare che la Kore è la prima università italiana che ha sottoscritto un contratto con gli studenti all’atto dell’immatricolazione in cui sono indicati diritti e doveri da rispettare reciprocamente sotto la supervisione dell’ombudsman, professor Santiapichi ed inoltre è impegnata nella realizzazione di un’Università residenziale, tanto è vero che sono state create due “case dello studente” e tra breve ci sarà una grande residenza universitaria all’interno del vecchio ospedale di via Messina. “Nella società della conoscenza – ha concluso Salvo Andò – fare circolare saperi e trasferire tecnologie è tanto importante quanto produrne”.