Catenanuova. Collocazione targhe,busti marmorei e lapidi, Amministrazione ignora cittadini

Catenanuova. Dopo l’abbattimento del vecchio comune che fu anche Casa dei Principi della Catena, di fronte alla Chiesa madre, risalente al 1800 da dove i nobili assistevano alla messa domenicale, cade ora un altro cimelio della storia di Catenanuova ed è la centenaria palma di Piazza Matteotti, colpita dal punteruolo rosso, al suo posto verrà collocato dall’amministrazione comunale il busto di Matteotti.

I lavori sono già iniziati, ma la contestazione cittadina si fa pressante ed è un coro di dissenso che coinvolge tanti catenanuovesi: L’amministrazione tira diritto senza tenere conto delle tradizioni e dei pareri dell’opinione pubblica, evidenzia l’ex capogruppo di minoranza Santo Zampino, ma attorno a lui cresce il coro del dissenso così espresso: “Noi vogliamo – dicono i cittadini – una nuova palma al posto di quella tagliata e magari collocare il busto all’ombra della pianta perchè la storia deve essere ricordata, ma anche ricordare quella piazza definita “Mill’arti” ovvero delle mille arti, dove artigiani e mercanti vendevano i prodotti, ed anche punto di riferimento dei giovani di ogni tempo per i loro giochi, con la palma sempre li al proprio posto a memoria d’uomo. Ben poca cosa esiste del passato, mentre c’è il rischio di stravolgere l’assetto complessivo dell’arredo, senza consultare la volontà del popolo, che in mancanza di un consiglio comunale dovrebbe essere rappresentata dal commissario straordinario.
La gente lamenta oggi il proliferare di lapidi, della collocazione di nuovi busti, ultimo quello di Aldo Moro con l’intestazione al sindaco Aldo Biondi, cui seguirà quello di Matteotti e poi quello di Marconi ed a seguire quello di Andrea Riggio nell’omonima piazza. Sicuramente c’è nei progetti comunali anche una riconversione delle Vasche di Piazza Marconi, ultimo baluardo dell’antico catenanuovese, che dovrebbero far carico all’unione dei comuni “Corone degli Erei” di cui si parla da tempo, ma di fatto tutto è ancora fermo, come sono fermi ancora i cantieri di servizio che potrebbero allentare la morsa disoccupazionale di un congruo numero di cittadini”. Intanto alle porte incombe il Carnevale che si farà che saprà, anche se per poco tempo, far dimenticare gli affanni della vita.

Carmelo Di Marco