Aidone. Ennesima boutade! Le risposte di Gian Antonio Stella (CorSera) a Presidenti Consiglio e Commissione Venere

Riportiamo le dichiarazioni che hanno scatenato l’ulteriore “commento” dell’editorialista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella.

Questo quanto da noi pubblicato precedentemente:
Aidone: paesino sperduto e isolato. Lettera al Corriere della Sera dal Presidente Commissione comunale per rientro Venere Morgantina

Aidone. Presidente Consiglio indignato per dichiarazioni editorialista Corriere della Sera

Questa la risposta a Pino Di Franco (Presidente del Consiglio comunale di Aidone: “Anch’io sono orgoglioso del paesello in cui sono nato. Ma non mi sognerei mai di essere così campanilista. Non una parola di autocritica per i vostri ritardi, non una parola di scuse per le lentezze del comune, non una parola di rammarico per la insensatezza di questa situazione che ci espone a essere presi in giro dagli americani. Se avessi avuto bisogno di una conferma dell’assurdità della vostra posizione, lei me l’ha fornita. È incredibile la sua incapacità di capire qual è il punto. E cioè che nessuno mette in discussione i diritti di Aidone. Ma certo state facendo di tutto ma proprio di tutto per non meritarvela, quella statua meravigliosa. Spero che lei non rappresenti il suo paese, perché un paese serio non si comporta così”.
Gian Antonio Stella

Questa la risposta a Lorenzo Calcagno, Presidente Commissione comunale Venere: La sua lettera dice tutto in un passaggio, quando lei si vanta del passato dei suoi avi dicendo che Morgantina era una città meravigliosa quando in “altre zone della penisola si inseguivano solo cervi nella foresta per sfamarsi”. È interessante perché si tratta dell’esatto rovescio di quanto un razzista come il sindaco vicario di Treviso Giancarlo Gentilini dice a proposito degli africani che “hanno passato millenni inseguendo le gazzelle nella savana”. Ma lei pensa davvero che sia questa la risposta? Davvero? A parte il fatto che lei mi tratta quasi da leghista pur essendo io considerato da sempre dai leghisti, dicono gli attacchi della Padania, un nemico del Carroccio e del campanilismo nordista, io scriverei esattamente le stesse cose se Morgantina fosse nel Friuli Venezia Giulia, in Val d’Aosta o in Piemonte. E un pò di libri che ho fatto sono lì a dimostrarlo. Lei porta il cane a spasso rifiutandosi di prendere di petto il problema vero che io e Sergio Rizzo solleviamo nel libro: certi capolavori non basta averli ereditati. Bisogna meritarseli. Giorno per giorno. Oggi. E qui, senza neanche entrare nelle cose sulle quali lei si arrampica sugli specchi senza una sola parola di autocritica per i ritardi siciliani dimostrati inesorabilmente dalla tesi dell’assessore regionale Sebastiano Missineo (“Stiamo valutando se allestire una sala provvisoria…”), lascio la parola alla siciliana Laura Anello del siciliano “Giornale di Sicilia” che su “La Stampa” del 12 novembre scorso ha scritto che in questi anni, in attesa del ritorno della meravigliosa Venere di Morgantina, ad Aidone, a Enna, a Palermo sono stati fatti solo “pomposi comitati paritetici, riunioni su riunioni, ma non un parcheggio nuovo, non l’asfalto di una strada, non un sito internet” e insomma “niente che spieghi alla comunità internazionale che cosa sta per succedere qui, nel buco del buco del Paese Italia”. Di più, lascio la parola al sindaco di Aidone Filippo Gangi che alla stessa Anello ha detto: “In questi anni si sono succedute decine di incontri con le autorità regionali, la prefettura, la Soprintendenza ma non si e giunti ad alcuna decisione concreta…”. Mi faccia dunque una cortesia: parliamo di cose serie e lasciamo stare gli antenati e la caccia ai cervi nella savana lombarda…
Gian Antonio Stella

(n.d.r.: In merito alla citazione sulla insufficienza del sito internet istituzionale e della mancanza di un sito dedicato, corre l’obbligo di ricordare che la nostra redazione si è dichiarata, sempre, disponibile – come risulta dalla lettera di risposta dell’allora Sindaco di Aidone, Filippo Curia – a costruire gratuitamente un portale internet relativo agli eventi dei “rientri” (vedasi già i filmati realizzati ed inseriti) e all’informazione turistica sul sito archeologico di Morgantina, sul Museo e sul centro storico di Aidone. Tale disponibilità è stata comunicata alla Prefettura, alla Soprintendenza – sia al Dirigente precedente che all’attuale – al Direttore del Parco Archeologico di Morgantina, all’Assessore provinciale, sia al precedente che all’attuale, ed all’attuale Sindaco di Aidone – quest’ultimo ci sembra che viva su un altro pianeta –. Ad oggi non abbiamo acquisito nessuna risposta e a questo punto sorge un dubbio: non è che il problema sta nella gratuità con cui il servizio è stato offerto!?)


L’opinione della Redazione di ViviEnna a cura di Franca Ciantia:

Se non fosse che il nostro nervo scoperto ci provoca ogni volta un doloroso fastidio, all’ennesima boutade potremmo rispondere, come già in altre occasioni: purché  se ne parli!

In effetti, guardando il bicchiere mezzo pieno, quanto accaduto sabato sera, 12 febbraio, alla trasmissione di Fabio Fazio, ci ha portato gratuitamente, ripeto gratuitamente, agli onori della ribalta nazionale, citati per almeno tre minuti nella trasmissione più seguita di quella fascia oraria, una pubblicità simile non ce la potremmo mai permettere!

Ma le cose non stanno proprio così. Cos’è accaduto? Gian Antonio Stella ha presentato nella trasmissione “Il tempo che fa” l’ultima fatica editoriale sua e di Sergio Rizzo,  “Vandali”, dove, con la stessa forza che avevano  messo nei libri “La casta”, “Lo spreco”, “Tribù”, denunciano lo stato di degrado e di abbandono delle opere d’arte in Italia e la grande ennesima  occasione di crescita che l’Italia si sta giocando in modo insipiente, raccontando come e perché l’Italia stia distruggendo la sua unica ricchezza: l’arte. Nel corso del suo intervento Stella ha fatto degli esempi eclatanti di questa trascuratezza e assoluta mancanza di amore per il patrimonio che immeritatamente abbiamo ereditato;  tra gli altri ha citato il caso della Venere di Morgantina, usando le stesse parole dure che in mattinata aveva utilizzato in un articolo del Corriere dove si anticipavano ampi stralci dell’ottavo capitolo in cui si parla della Venere; gli autori si chiedevano retoricamente  “Ma ce la meritiamo, la Venere di Morgantina?” La risposta è chiaramente: No e, tra le righe, sembrano auspicare che sarebbe meglio lasciarla dov’è, amata, sapientemente valorizzata  e ammirata ogni anno da un milione e mezzo di visitatori!

L’opera di Stella e Rizzo, nella sua globalità, è senz’altro coraggiosa e meritoria.

Anche quello che hanno detto e che hanno scritto sul destino della Venere risponde per molti versi al vero: a pochi giorni dell’arrivo della statua in Aidone, solo il Museo è un cantiere aperto, per il resto c’è un assoluto silenzio,  la popolazione assiste con trepidazione e perplessità a questo inerzia, vedendo scivolare i giorni  inutilmente; questo accade da mesi, ma sarebbe meglio dire da anni, almeno dal quel 2008, quando la ritardata consegna fu vista come un’opportunità per essere pronti ad una accoglienza degna di tale nome.

In questa insipiente inattività, condita di innumerevoli  convegni, manifestazioni, studi strategici, perfino di due audizioni di Commissioni dell’Assemblea Regionale tenutesi benignamente “in questo borgo fuori dal mondo”, nessuno può tirasi fuori reclamando la propria estraneità, attribuendo agli altri tutte le colpe e responsabilità. Ognuno per la propria parte, Regione in primis, Provincia, Comune, deve chiedersi se ha intrapreso veramente tutto quello che era nelle sue possibilità per fare quanto era nella propria competenza.

L’intervento di Stella – potenza del mezzo televisivo e del più grande quotidiano nazionale! Se fosse rimasto solo sul libro pochi se ne sarebbero accorti – ha suscitato un vespaio, come era già avvenuto con l’articolo della Anello sulla Stampa nello scorso novembre (comunque agli autori questo articolo è piaciuto talmente al punto da far pensare che sia stato la loro unica fonte di conoscenza di Aidone). Molti aidonesi hanno scritto a Fazio ed al Corriere della Sera, tra gli altri e in modo molto risentito, il presidente del Consiglio Comunale Pino Di Franco e Lorenzo Calcagno presidente della Commissione Consiliare speciale per la Venere (commissione del tutto  ignorata da quando gli equilibri interni alla giunta e al consiglio sono cambiati). Le loro lettere, pubblicate su questa testata, hanno ricevuto da Stella una risposta molto polemica, al limite dell’offesa personale e per la carica che loro ricoprono: ma certamente il giornalista non può essere informato del fatto che entrambe le cariche oggi sono del tutto impotenti a prendere una qualunque iniziativa, essendo fuori dall’azione amministrativa che è governata da una giunta priva della maggioranza consiliare.

Quello che però è inaccettabile è il tono usato dai giornalisti, forse giustificato dalla tesi che vogliono dimostrare, ma certo del tutto ingiustificato nel livore con cui trattano quello che  definiscono un “ borgo fuori dal mondo”. Aidone ha avuto solo la sfortuna di ritrovarsi nel loro tritacarne giacobino in cui non risparmiano niente e nessuno.

“… La Venere a quest’ora è per strada, chissà dove …. perché non sanno dove metterla. Dovrebbe andare ad Aidone, sui monti in mezzo alla Sicilia, dove non arriva un autobus diretto dall’aeroporto …”

I siciliani, tra gli italiani sono forse quelli più capaci di fare autocritica e di cospargersi di cenere i capelli e per questo accettiamo tutte le critiche, ma si deve pretendere almeno la correttezza dell’informazione:

  1. Noi sappiamo dove mettere la Venere, il nostro borgo selvaggio da più di vent’anni ha un dignitoso Museo Regionale, che lo stesso Sgarbi ha definito nel libro degli ospiti “poetico museo, anche senza dive”. Vi sono già ospitati gli Acroliti, rientrati l’anno scorso dalla Virginia e gli Argenti dal Metropolitan Museum di NewYork, oltre al ricco patrimonio di reperti provenienti da Morgantina. Alla dea è riservata una sala bella e luminosa, ampia poco più di 50 mq, con un soffitto alto oltre quattro metri, oggi l’ambiente più ampio del Museo  in cui la dea sarà valorizzata in tutto il suo splendore. Vale la pena ricordare, se ce ne fosse bisogno, che questi preziosi reperti ritornano nei luoghi da cui furono proditoriamente e violentemente portati via e qui, fuori dalla retorica, nel loro contesto naturale, ritroveranno nuova vita.
  2. I due giornalisti hanno peccato di omissione: hanno trascurato di dire che Aidone ha nel suo territorio uno dei parchi archeologici più importanti della Sicilia: quello di Morgantina, dove è possibile vedere una intera città ellenistica, venuta alla luce integra come Pompei, intorno alla quale ci sono insediamenti di età ellenistica, greca arcaica e sicula, oltre ad edifici sacri, necropoli, santuari ed edifici termali. Tutta l’area, essendo da sempre adibita solo ad uso agricolo, non ha subito sovrastrati urbanizzati per cui ai suoi scopritori si è rivelata in tutta la sua interezza. Il sito ha meritato l’istituzione del Parco Archeologico, attivo da pochi mesi ma che sta già garantendo cura e attenzioni maggiori .
  3. Vorremmo rassicurare il dottor Stella, almeno cinque corse giornaliere collegano Aidone all’aeroporto di Catania; a quei rari turisti che si avventurano con i mezzi pubblici il servizio è garantito, con la possibilità, per giunta, di fermarsi al nuovissimo outlet “Sicilia Fashion Village”. È  ben collegata anche con Palermo, oltre, naturalmente, che con Enna.
  4. Penso sia stata una svista quella di non dire che Aidone si trova a meno di dieci km (10 minuti) da Piazza Armerina, dove si trova la Villa Romana del Casale, sito dell’UNESCO,  che conserva i più estesi e meravigliosi pavimenti musivi, patrimonio dell’Umanità.  Questa prossimità sopperisce anche alla carenza delle strutture alberghiere che ancora Aidone non ha; le stesse sono però in numero più che sufficiente, oltre che a Piazza Armerina, ad  Enna e a Caltagirone. A proposito, secondo questa logica i mosaici sarebbero meritati da Piazza  Armerina solo perché non è possibile spostarli altrove! Magari con altre leggi li avrebbero dovuto  trasferire a Palermo, minimo, come hanno fatto per le metope di Selinunte e altri capolavori della periferia dell’impero.

Nel paese degli zeri, dove non manca il pragmatismo, che colloca in anni un po’ lontani lo sviluppo che potrà portare la Venere, molti giovani fiduciosamente stanno investendo in servizi ed esercizi commerciali, scommettendo sulla possibilità di restare e di frenare l’emorragia emigrazionale che da anni ormai ci impoverisce delle forze e dei cervelli migliori; è peccato mortale dare loro una speranza?

VIDEO-GUIDA DI MORGANTINA IN DIALETTO GALLOITALICO AIDONESE