Villarosa. Vivono in sei, otto e persino in undici in tuguri

Villarosa. Vivono in sei, otto e persino in undici in abitazioni fatiscenti. Macchè, forse è meglio dire in tuguri. Ambienti, dunque, malsani e privi di requisiti igienici. Muri scrostati e umidi, fili elettrici volanti e a portata di mano. Soffitte e solai inquietanti e il pericolo di crolli aumenta giorno dopo giorno. Un pericolo incombente. Con un episodio che ha diffuso l’allarme fra le tante famiglie che a Villarosa vivono situazioni abitative di disagio e di assoluta indigenza.
Poche settimane fa una parte del soffitto dell’abitazione dove Enzo Puzzanghera viveva con moglie e tre figli ha ceduto di schianto. Per fortuna il tutto è accaduto quando tutti gli occupanti erano fuori. Una casualità che, probabilmente, ha evitato una tragedia. “Abitare in quella casa era diventato un incubo – dice Enzo  – Una preoccupazione continua, soprattutto per quanto potesse succedere ai miei bambini”.

Enzo (nella foto), costretto a lasciare precipitosamente l’abitazione, per due notti ha dormito con moglie e figli in macchina. “Ora ho trovato una sistemazione provvisoria – racconta – nell’edificio comunale dell’ex pretura. Ma sino a quanto può durare? Tra l’altro non mi hanno permesso di portare i mobili, a parte le reti e i materassi per potere dormire. Molte famiglie –denuncia – subiamo la discriminazione di proprietari sempre meno disponibili ad affittare”.
Sono tante le famiglie che a Villarosa vivono nell’angoscia per non avere una casa decente. E’ il caso di Maria Cinzia, marito e tre figli, di cui uno down; di Rosa Maria, quattro figli, costretta a vivere con il marito in un piccolo ambiente, dove water e stanza da letto comunicano direttamente con una stanzetta che di giorno funge da cucina (l’unica che ha un balconcino) e di notte da cameretta per i bambini. L’illuminazione, con due lampadine, è limitata alle due stanze, mentre in una terza completamente al buio ci dorme il cognato. “Non ci riesco più a stare – ripete affranta – i miei figli sono sempre malati”.
E che dire di Graziella che abita in una casa con muri impregnati di umidità e che quando piove si riempie di recipienti per raccogliere l’acqua che viene giù dal tetto. “L’umidità sta mangiando viva me e i mieri figli”, dice infuriata.
Ma potremmo parlare anche di Vittorio Puzzanghera, che vive in un buco di 18 metri quadrati. “La mattina è soggiorno, a mezzogiorno cucina e la sera stanza da letto”, commenta laconico. Così come di Salvatore Sorbello e Alfonso Chierico. Potremmo raccontare di altre situazioni insostenibili, assurde ed impensabili, ma ci fermiamo qua. Intanto, nell’assurdità di questi disagi per tante famiglie (villarosane doc) c’è un paradosso. In contrada Zotta Caldaia, 24 alloggi popolari se ne stanno abbandonati e vandalizzati, perché le tre palazzine costruite circa sette anni fa non sono state ancora allacciate al collettore fognario principale urbano che dista poco più di 200 metri.