La scintilla che ha cagionato quell’incendio che riporta in Italia la Venere di Morgantina

Aidone. Del rientro della Venere di Morgantina, delle opportunità per il territorio, delle strade sgangherate, delle infrastrutture mancanti se n’è parlato tanto, però in pochi conoscono i principali artefici del suo rientro. Sarebbe stata la pervicacia di un gruppo di alunni e di una loro insegnante, a consentire a distanza di tempo che il sogno si realizzasse.
La storia racconta che era il 22 marzo del 1994, quando un gruppo di allievi della Scuola Media “Cordova” di Aidone, guidati dalla prof.ssa Lilia Raffiotta scrissero a Maurice Tempelsman, uomo d’affari americano, raffinato collezionista sposato con Jacqueline Kennedy, chiedendogli la restituzione di due acroliti, teste in marmo di epoca greca, trafugate dalla zona archeologica di Morgantina, da lui comprate attraverso un mediatore di origine siciliana. Gli alunni in cambio delle teste assicuravano le loro preghiere per la guarigione di Jacqueline ammalata di cancro.
Lontanamente immaginavano, che quell’accorato appello potesse suscitare tanto clamore. Quella lettera infatti, quando Jacqueline morì fu pubblicata sui maggiori quotidiani italiani e stranieri impietosendo il mondo intero. Maurice Tempelsman rispose con un biglietto di ringraziamento facendo finta di niente sulla singolare richiesta degli alunni di uno “sperduto paesino”della Sicilia che riponevano le speranze del loro futuro nelle teste sacre di Demetra e Kore. Sarebbe stata proprio quella lettera, il primo passo per il rientro degli acroliti, degli argenti, della Venere. Nonostante tutto, quegli indomabili ragazzini non si scoraggiarono e una domenica di maggio del 1994 coinvolsero la comunità aidonese con una petizione popolare per “la riacquisizione al patrimonio italiano, dei beni culturali sottratti clandestinamente al sito archeologico di Morgantina”.
Gli americani pur di non restituirli misero perfino in dubbio la provenienza italiana, ma presto si dovettero arrendere di fronte all’evidenza derivante dalle indagini dei carabinieri e della procura di Enna, dalle dichiarazioni di alcuni pentiti tombaroli e al prof. Malcolm III Bell esperto archeologo.
La svolta decisiva avvenne nel 2006, quando la cittadinanza di Aidone ancora una volta, in una giornata di nebbia fitta e di memorabile pioggia, protestarono tutti compatti alla presenza delle maggiori testate nazionali ed estere. Quella protesta vigorosa, alla quale si unì quella dell’allora ministro Francesco Rutelli, convinse i Musei americani a chiudere la partita, restituendo l’inestimabile patrimonio artistico trafugato a Morgantina.
Fu definita la vittoria di Davide contro il gigante Golia. Il resto è storia recente. Di certo nel dicembre 2009 sono rientrati ad Aidone gli acroliti, per l’occasione “vestiti” da Marella Ferrera, a dicembre del 2010 sono rientrati gli argenti di Eupolemo, in primavera ritornerà a casa sua, in pompa magna e con tutti gli onori la Venere, proprio in quel piccolo centro definito a torto da alcuni quotidiani nazionali, “il buco del buco del Paese Italia”.

Rino Caltagirone