Aidone. Morgantina: quando un sito diventa prigione

Aidone. E’ successo al sito archeologico di Morgantina quando un gruppo dopo aver percorso con tanta fatica e vari disagi il nuovo percorso obbligatorio, dopo due ore di cammino trova come succede ormai da tempo il cancello dell’Agorà chiuso con un visitatore affetto da crisi glicemica svenuto e un altro con una distorsione alla caviglia. Questo è accaduto sabato 18 giugno.
Nella qualità di guida telefono in biglietteria riferendo i fatti, mi viene risposto che solo se chiamavo il 118 forse qualcuno mi avrebbe aperto, chiamo un passante con una jeep ma è impossibilitato al soccorso visto che entrambi i cancelli sono chiusi, tramite altri ospiti già al ristorante del sito riusciamo con l’aiuto del ristoratore a far venire uno dei custodi a liberarci.
Questa una delle disavventure che bisogna mettere in conto se si va a Morgantina per non parlare delle numerose critiche mosse dai turisti che si vedono costretti a tornare dallo stesso percorso d’entrata e per lo più in orari di punta con la paura che se succedesse qualcosa il cancello dell’agorà è chiuso quindi ritardando un eventuale intervento medico.
Sembra quasi un sequestro di persona che chi entra deve mettere in conto, quando a volte sono tre custodi per staccare i biglietti e nessuno che controlla all’interno del sito qualora vi fosse bisogno d’aiuto.
Il ritorno della Dea ha richiamato l’interesse del museo di Aidone trascurando uno dei siti più interessanti del territorio ennese che insieme al Museo danno la certezza della presenza di un popolo straordinario di cultura e manufatti di altà qualità.

Luisa Gardali