Riunione congiunta consigli provinciali di Enna e Caltanissetta

Enna. Allargare la protesta coinvolgendo le altre province, quindi elaborare un documento che possa essere presentato all’assemblea regionale, mentre nel suo intervento il senatore Mirello Crisafulli ha sottolineato che i liberi consorzi di comuni già esistono con la legge regionale 9/86, si chiamano impropriamente province regionale. La riunione congiunta dei consigli provinciali di Enna e Caltanissetta , guidati rispettivamente dal presidente della Provincia Giuseppe Monaco e dal presidente del consiglio, massimo Greco, dal vice presidente della Provincia nissena Pietro Milano e dal presidente del consiglio Michele Mancuso, si è svolta nell’aula magna del Liceo Linguistico di Enna bassa, presenti diversi assessori provinciali ed i deputati regionali Paolo Colianni, Michele Donmegani e Salvatore Termine. Nell’aprire i lavori Massimo Greco ha sottolineato che il Governo nazionale ha già deciso la eliminazione degli articoli 15 e 16 del decreto, vale a dire quelle norme che prevedevano la soppressione delle province che avevano meno di 300 mila abitanti e un territorio inferiore ai 3 mila chilometri quadrati, ma il problema della soppressione rimane in vita a livello regionale. Sia Greco che Mancuso hanno sottolineato la necessità di essere maggiormente incisivi di far capire che la riduzione della spesa pubblica non avviene sopprimendo le province, ma semmai trasferendo alle province la gestione dell’Ato rifiuti, dell’Ato idrico, dei consorzi di bonifica, delle Asi, dell’Istituto Autonomo Case popolari perché rappresentano un costo, quindi la prima cosa da fare è andare ad eliminare enti che sono dispersivi e che sono anche elemento fondamentale del clientelismo. Su questi enti bisogna fare i conti e portarli sia alla Regione Siciliana che allo Stato. “Le province – hanno dichiarato Greco e Mancuso – vanno riempite di contenuti e di ruoli; l’intermediazione tra Regione e comuni può essere possibile solo ed esclusivamente se esistono le province; eliminarle potrebbe significare svuotare le città, perdere migliaia di posti, e la mancanza dello Stato potrebbe significare dare forza alla criminalità organizzata. Il vero problema in questa situazione non è il Governo Berlusconi ma la Sicilia”.
”Sarebbe necessario – ha dichiarato il senatore Crisafulli – che ci fosse un’iniziativa, presa da Enna e Caltanissetta, di coinvolgere tutti i consigli provinciali delle 9 province siciliane per vedere, soprattutto, cosa deve essere l’ente intermedio, quali compiti deve svolgere nel rapporto tra comuni e Regione, come sostenere le autonomia perché non bisogna dimenticare che la legge 10 trasferisce tutto alle province, che non sono province ma liberi consorzi. Ecco perché le stesse non si possono sopprimere perché significherebbe violare lo Statuto siciliano”.
Michele Donegani ha sostenuto la stessa tesi non solo dichiarando che le province sono liberi consorzi, ma che in Sicilia si possono creare altri liberi consorzi ed ovviamente il riferimento è alla formazione di quella provincia che dovrebbe avere come capoluogo Gela. Il presidente Monaco, poi, ha evidenziato che i parlamentari, in questa vicenda, sono stati silenziosi, e che vi è la possibilità che diversi consigli provinciali preparino, su questa vicenda, un documento comune.