Agira, riconsegnate alla parrocchia Abbazia 110 pergamene medioevali

Agira. Una miniera di notizie sulla storia agirina del basso medioevo tra qualche mese sarà a disposizione di studiosi ed appassionati: è infatti in fase di completamento il restauro delle 420 pergamene che fanno parte dell’archivio storico dell’Abbazia di San Filippo. Ben 270 erano già state restaurate e riconsegnate alla parrocchia negli anni passati mentre 110 sono state restituite lunedì dalla soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Enna. Per le ultime 40 proprio martedì è stata invece espletata la gara d’appalto vinta da una ditta specializzata del palermitano.
In attesa di quest’ultimo passaggio c’è già chi ha speso tantissimo tempo nella trascrizione di questi documenti che si riferiscono al periodo che va dal 1100 al 1500 D. C: l’ex docente di italiano e storia Salvatore Longo che nel 1970 ne trascrisse ben 200 per la sua tesi di laurea su paleografia e diplomatica latina dal titolo “Il tabulario di Santa Maria Latina ad Agira”: «Si tratta –afferma il professore Longo- di uno dei fondi pergamenacei più consistenti dell’intera isola e rappresenta uno scrigno di notizie che potrebbe far riscrivere quattro secoli della storia di Agira. I documenti- prosegue- sono scritti in latino ma talvolta sono presenti anche sottoscrizioni in greco e riguardano l’istituzione benedettina “Santa Maria di Gerusalemme”, un potente monastero a cui venne donata anche l’Abbazia agirina. Nel 1290 infatti, quando cadde S. Giovanni d’Acri, l’ultimo avamposto cristiano a Gerusalemme, i monaci si trasferirono proprio ad Agira». Ma qual è il contenuto di questi preziosi manoscritti?: «Le pergamene – continua Longo – erano atti amministrativi che servivano a registrare i donativi “pro – anima” dei fedeli ma anche le donazioni di Papi, Imperatori svevi, re normanni, principi, arcivescovi e vescovi. Poteva trattarsi di terreni, edifici oppure di privilegi. Ad esempio –rivela l’ex docente, che presto pubblicherà un libro sull’argomento- all’abate agirino venne concesso di sedere al 20° posto del parlamento siciliano nel settore riservato ai chierici. Inoltre poteva portare la mitra e il pastorale come un vescovo, non per niente il monastero agirino, costruito intorno al VII secolo d. C., prima e durante la dominazione araba fu il più noto dei basiliani siciliani».

Per il restauro delle pergamene la soprintendenza di Enna ha speso circa 100mila euro. Per ora i documenti non sono consultabili visto che il professore Longo insieme alla specialista in catalogazione archivistica Rita Loredana Foti (nella foto) impiegheranno alcuni mesi per catalogarli. Quando questa procedura verrà completata il parroco padre Alessandro Screpis organizzerà una mostra dei documenti più significativi.

Luca Capuano