Enna. Emergenza discarica Cozzo Vuturo

Enna. La discarica di Cozzo Vuturo da qui a poco tempo non sarà più nella condizioni di ricevere i rifiuti di tutto il territorio provinciale. E’ il grido d’allarme dell’assessore all’Ambiente, Giuseppe Amato che proprio in questi giorni accompagnato dal responsabile del servizio Tutela del territorio, Lucio Ferrigno, ha verificato la situazione emergenziale in ambito provinciale. La discarica di Cozzo Vuturo, nella quale si conferiscono i rifiuti di tutta la provincia, si compone di tre vasche, la più antica, denominata vasca A, chiusa oramai dal 1999, la seconda B1 anch’essa inattiva dal 2007 e la terza B2, utilizzata fino allo scorso 10 febbraio. Quest’ultima munita di tutte le autorizzazioni di norma ha oramai raggiunto la saturazione. Per scongiurare l’emergenza il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, ha già provveduto ad emanare un’ordinanza su richiesta dell’Ato con la quale si permette la riattivazione della seconda vasca per un tempo limitato a due mesi.
“Siamo alle solite – ha dichiarato l’assessore Amato – Siamo sempre costretti ad affrontare le emergenze e mai invece a pianificare in tempo utile una programmazione adeguata. L’avvio della raccolta differenziata, per esempio, seppur minima, avrebbe di fatto consentito l’allungamento dei tempi nell’uso della discarica. La minore presenza di materiale organico avrebbe inoltre ridotto il rischio ambientale che invece rimane alto. E’ grave, inoltre, che la Regione siciliana non ha ancora esitato il progetto di ampliamento della discarica di Cozzo Vuturo presentato dall’Ato circa due anni fa. Senza questo provvedimento siamo comunque costretti nelle migliore delle ipotesi a conferire in discarica al massimo fino a primavera. Ci auspichiamo che il Dipartimento regionale Acque e Rifiuti programmi il piano regionale dei rifiuti, finanziando l’ampliamento di Cozzo Vuturo e l’impianto di pretrattamento dei rifiuti. Nel caso in cui da qui a breve l’uso di Cozzo Vuturo venisse impedito il cittadino si troverebbe a subire un ulteriore aggravio dei costi, che oscillano complessivamente tra i seicento mila e il milione di euro per l’intera provincia. Non dimentichiamo, infine, l’esistenza di due impianti di eccellenza, quello di Dittaino, ancora oggi sottoutilizzato e quello di Gagliano, bloccato per resistenze burocratiche amministrative locali. Situazioni queste che non possono più essere tollerate”.