Enna. Nuovo sequestro dei beni Ato rifiuti

Enna. In poco più di un anno il tribunale del riesame, per la seconda volta, ha ordinato di sequestrare i beni immobili e titoli, per un valore di 8 milioni 915 mila euro che sono di proprietà dell’Ato rifiuti. Il sequestro è partito da un’inchiesta della Guardia di Finanza, e quello che è peggio ipotizza una truffa ai danni della Regione da parte di alcuni ex amministratori dell’Ato Rifiuti. Il tribunale collegiale presieduto da Elisabetta Mazza, accogliendo il ricorso del procuratore Calogero Ferrotti, ha ordinato, dunque, nuovamente, il sequestro nominando un commissario giudiziale, il dottore commercialista Mario Lo Bosco di Catania, per la gestione dei beni. Ma stavolta, a differenza della prima decisione, sono stati evidenziati per iscritto i motivi di annullamento del precedente sequestro da parte della Cassazione. I giudici hanno, quindi, chiarito compiti e doveri del commissario, che dovrà supplire al consiglio d’amministrazione con il collegio di liquidazione. Il sequestro dei beni va avanti già da più di un anno potrebbe ancora continuare perché in teoria l’Ato Rifiuti potrebbe ricorrere nuovamente in Cassazione e, finché il provvedimento, già notificato alla Procura e al difensore della società, l’avvocato Massimiliano La Malfa, non diventerà definitivo, non sarà eseguito. L’indagine eseguita dalla Guardia di Finanza parte da una possibile truffa di nove milioni in quanto il vecchio consiglio di Amministrazione, composto da parlamentari regionali e nazionali, aveva utilizzato il fondo di riserva per pagare gli operai dell’Ato Rifiuti attraverso false comunicazioni societarie e falsi in bilancio. E’ anche evidente che nessuno degli amministratori è accusato di essersi appropriato di soldi, che sono serviti a pagare il servizio, mentre gli stessi non hanno percepito alcuna indennità.