A Rettore Kore: Premiare i turisti che vengono ad Aidone e Piazza Armerina? Sì se dopo anni di promesse nulla è cambiato!

Sembra una vera paradosso, o se vogliamo una provocazione, quella del Rettore Gianni Puglisi, in occasione della cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2011/2012 all’Università Kore, soprattutto se si considera il parterre davanti a cui è stata pronunciata: tra gli altri Lombardo e Missineo, cioè i massimi esponenti siciliani nella gestione dei beni culturali. “Per come sono organizzati oggi i nostri siti archeologici – ha azzardato Puglisi – non si dovrebbe chiedere ai turisti di pagare il biglietto per andare a vedere la Villa Romana del Casale, ma bisognerebbe dare un premio a chi ci va”. La provocazione non è da sottovalutare né da dileggiare ma, anche in considerazione dell’autorevolezza del parlante, dovrebbe indurre i protagonisti a tutti i livelli a prendere immediatamente atto che non è possibile più rinviare: il rischio reale è che nell’imminenza dell’apertura della Villa Romana di Piazza Armerina si replichino le passerelle e le promesse che per due anni abbiamo visto e sentito in Aidone, nei tre eventi per il rientro degli Acroliti (dic.2009), degli Argenti (dic. 2010) della Venere (maggio 2011). Purtroppo se Aidone piange, Piazza Armerina non ride, entrambe sono accumunate dallo stesso destino avverso: la strada provinciale 4, Valguarnera-Piazza Armerina (a danneggiare Aidone però va aggiunto che la condizione della 288 ormai grida vendetta). Le difficoltà che incontrano i turisti per raggiungere le nostre cittadine e i nostri siti, presuppongono che chi viene deve essere, per forza di cose, fortemente motivato e quindi merita di essere premiato. Per quanto attiene la gratuità però, tranne nei casi in cui viene vista come una premialità (vedi giornata dei beni culturali, del Fai…), difficilmente porta persone in più. Mentre invece più rispondente all’interesse reciproco potrebbe essere l’istituzione del biglietto unico: Villa Romana – Circuito museale di Piazza Armerina – Morgantina – Museo di Aidone, lanciato sul mercato dei tour operator del circuito internazionale, accompagnato da una guida al ricco patrimonio culturale, artistico, paesaggistico e naturalistico del nostro territorio, che dovrebbe indurre il turista a fermarsi per più giorni e non per una sola giornata buona per un mordi e fuggi. E per questo è indispensabile riorganizzare o addirittura progettare una offerta, un’accoglienza e una capacità ricettiva più efficace.
Da parte dei rappresentanti del governo della Regione, che ascoltavano la proposta provocatoria, si aspetta un esame di coscienza su tutto ciò che nei due anni precedenti è stato promesso e ancora oggi risulta del tutto disatteso, un’assunzione di responsabilità su quanto deve essere fatto e sui modi di accelerare le procedure. Non basta scandalizzarsi, replicare stizziti alle accuse di disorganizzazione ed inefficienza, che ci piovono da tutte le parti e da ultimo dai due giornali francesi Le Monde e Liberation, che hanno definito la Sicilia “nemica dell’arte e della cultura”. A Missineo e Tranchida va detto che veramente è difficile trovare la prova degli atti “questo governo ha fatto e continua a fare per la cultura di alta qualita’ e per frenare la fuga di talenti”. Tra le iniziative vantate c’è il controverso circuito del Mito, ma quello che manca è il lavoro capillare e quotidiano per tutelare, valorizzare, rendere fruibile l’immenso patrimonio culturale, archeologico, storico, ambientale di cui la Sicilia è ricca.
“La Villa Romana di Piazza Armerina, la Venere di Morgantina ad Aidone, le riserve di Rossomanno e di Pergusa, il Palio dei Normanni – ha aggiunto Puglisi – sono solo alcune delle risorse eccezionali della provincia di Enna, che tuttavia bisogna valorizzare. Bisogna organizzare strutture di riferimento in chiave economico-aziendale, creare le infrastrutture adeguate ed investire nell’ospitalità”. Belle parole, anche queste già sentite e risentite. Ma forse quello che deve cambiare è anche il ruolo dell’Università; nella vicenda della Venere s’è sperimentata l’inutilità dei tavoli tecnici, dei progetti globali, degli studi, dei piani, non perché non siano necessari per conoscere lo stato dell’arte, ma perché sono rimasti tali, carta straccia, e finora non hanno prodotto alcun risultato. Abbiamo molti studi commissionati dalla provincia regionale, che ci descrivono nel dettaglio le risorse della provincia, studi e piani di sviluppo prodotti dall’università, convegni e conferenze, per presentarli, accompagnati dalla solita grancassa mediatica, ma è veramente l’ora che tutti, regione, provincia, comuni smettano di trastullarsi con le carte e le parole, tanto non ci crede più nessuno e spesso sono servite solo a elargire qualche prebenda; è l’ora che l’università cominci a stimolare i privati, senza inseguire gli enti locali e tutti quei processi politicizzati che vengono costruiti e disfatti nel breve tempo in cui ormai dura una amministrazione.

Franca Ciantia