A Troina presentazione del libro scritto da Franco Garufi con Andrea Montagni e Frida Nacinovich

Troina. Sabato 28 luglio, alle 18, nella sala Paolo VI della parrocchia della Madonna del Carmine, in via Vittorio Emanuele, con ingresso da via Pintaura, l’Associazione culturale Antonio Gramsci presenterà il libro dal titolo “Una finestra al quarto piano. La Cgil e il Mezzogiorno. Appunti per un futuro condiviso”, scritto da Franco Garufi con Andrea Montagni e Frida Nacinovich. Sarà presente l’autore Franco Garufi. Leggendo il libro di Franco Garufi, coordinatore nazionale del Dipartimento Coesione sociale e Mezzogiorno della Cgil, ci si può fare un’idea di come il Mezzogiorno sia cambiato dal secondo dopoguerra ai nostri giorni e cercare di capire perché, dopo 150 dall’unità d’Italia, il Mezzogiorno sia rimasto ancora uno dei grandi problemi irrisolti del Paese. Il tema del libro è il rapporto che la Cgil ha avuto con le regioni meridionali negli ultimi 65 anni. La finestra al quarto piano del titolo è una delle tante finestre della sede nazionale della Cgil che si trova a Roma al Corso Italia. Da quella prospettiva il paese, che la Cgil vede in tutta la sua estensione, è uno solo perché le soluzioni ai problemi del Mezzogiorno non possono venire dai movimenti autonomisti che tentano di imitare la Lega Nord. Il Mezzogiorno non è visto come un’area omogenea. “Sotto il profilo della struttura economica interna possiamo dire che esistono più mezzogiorni…esistono due grandi aree: l’area tirrenica e l’area ionico-adriatica, che hanno differenti storie ed evoluzioni”, sostiene Garufi. E’ condivisibile il punto di vista di Garufi perché è vero che le regioni meridionali sono diverse le une dalle altre in termini i territoriali, di struttura sociale e di sviluppo economico. La Campania è caratterizzata dalla presenza di una grande metropoli come Napoli, che segna il cammino dell’intera regione. La Sicilia ha tre grandi città Catania, Palermo e Messina sostanzialmente in equilibrio perché nessuna delle tre è egemone rispetto alle altre due. La Puglia si caratterizza per la sua proiezione verso l’Oriente, “porta d’ingresso italiana dei traffici mercantili che dall’Oriente arrivano in Occidente”. I movimenti contadini per la riforma agraria, l’intervento straordinario della Cassa Mezzogiorno (1950-1984), la creazione dei poli industriali di raffinazione a Brindisi, a Porto Torres, Gela e Siracusa cambiano e diversificano il volto del Mezzogiorno dal secondo dopoguerra ad oggi. Questo non vuole dire che non esiste più una questione meridionale, come pensano Tremonti e Bossi che si sono inventati una questione settentrionale che invece non esiste. Ci sono alcuni aspetti che sono comuni all’intero Mezzogiorno. Garufi ne individua tre: il deficit di funzionamento delle istituzioni, legato alla scadente qualità del ceto politico, una pesantissima questione ambientale; la presenza della criminalità organizzata. Se si considerano questi tre elementi, è innegabile che il Mezzogiorno appare come un’area omogenea, che non avendo risolto il problema del suo sviluppo economico, subisce ancora più pesantemente delle regioni del nord le conseguenze della crisi globale cominciata nel 2008 e dopo 5 anni dal suo inizio non ancora conclusa. Per Garufi, e noi siamo d’accordo con lui, è la centralità del lavoro la leva per il cambiamento nel Mezzogiorno, come per il cambiamento nel resto della penisola.

Silvano Privitera