Tribunale Nicosia: pochi partecipanti al sit-in in contro i tagli

Nicosia. Poca gente ieri sera alla manifestazione indetta dal Coordinamento unitario per protestare contro la chiusura dal tribunale. Non ci sono state le migliaia di partecipanti che invece si erano registrati tre mesi fa. Presenti alcuni deputati del territorio, ma assenti i sindaci dei Comuni del circondario e quelli delle città siciliane dove è prevista la chiusura dei tribunali. Non tutti gli operatori commerciali e gli esercenti hanno poi aderito allo sciopero. E’ emersa una linea unitaria di protesta, malgrado i pareri contrastanti riguardo le diverse proposte che vanno dall’autosospensione dai partiti dei politici, alla restituzione dei certificati elettorali.
Alla fine dell’iniziativa che si è svolta sotto i portici del tribunale e nel piazzale antistante, è stato stilato un documento dell’assemblea popolare. Presenti i parlamentari nazionali Crisafulli e Burtone e il deputato regionale Galvagno, il sindaco ed il presidente del consiglio di Nicosia, i rappresentanti degli ordini forensi di Nicosia, Mistretta e Caltanissetta e dell’Oua, oltre a quelli di associazioni di categoria, ordini professionali, club service e associazioni. Il documento contesta il provvedimento del Governo e stigmatizza che questo soprattutto in Sicilia fa venire meno presidi di legalità di importanza cruciale. Reiterato l’invito al ministro Severino a visitare il tribunale, la città e il territorio. Nel documento si sollecitano le rappresentanze politiche a chiedere ed ottenere audizioni della rappresentanza istituzionale del territorio dal ministro della Giustizia, e si chiede una moratoria alla chiusura dei tribunali. «Si preannunciano, in caso contrario – conclude il documento – forme di lotta dure, incisive ed eclatanti dallo sciopero della fame all’autospensione dai partiti, alla disobbedienza fiscale e al falò dei certificati elettorali». Questa sera convocazione straordinaria del consiglio comunale che avrà all’ordine del giorno come unico punto, proprio la chiusura del tribunale. Il Consiglio dovrà predisporre un ordine del giorno nel quale si chiederà, per l’ennesima volta, che prima di qualunque provvedimento di soppressione ed accorpamento, gli ispettori del ministero della Giustizia svolgano un sopralluogo per constatare come, tecnicamente, l’accorpamento non è possibile per mancanza di locali al palazzo di giustizia di Enna e come il tribunale di Nicosia rientri a tutti gli effetti, nella deroga prevista dalla stessa legge, che prevede il mantenimento dei tribunali di montagna e comunque di quelli che hanno peculiarità geografiche, infrastrutturali e di collegamenti tali da ledere il diritto costituzionalmente garantito di accesso alla giustizia.
La protesta, comunque non sembra destinata a fermarsi e già si preparano i gruppi che dovranno protestare con lo sciopero della fame davanti al ministero a Roma. Oltre al sindaco Malfitano hanno già dato la propria adesione il vicepresidente del consiglio comunale Luigi Bonelli e l’avvocato Salvatore Timpanaro ma l’adesione alla protesta è pressoché unanime da parte di tutto il consiglio comunale.