Nicosia. Denuncia del sindaco Sergio Malfitano al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e a ministro Giustizia contro parere della Camera su riordino tribunali

Nicosia. E’ un atto senza precedenti la denuncia del sindaco Sergio Malfitano al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al ministro per la Giustizia, Paola Severino, contro il parere della Camera sul riordino della geografia giudiziaria, definito “viziato da irragionevolezza”. Un documento elaborato sulla base delle osservazioni dell’avvocato Giuseppe Agozzino che impugna l’atto della commissione Giustizia della Camera, nella parte relativa alla omessa considerazione delle ragioni di mantenimento del Tribunale di Nicosia. L’impugnazione è motivata sulla base di omissioni e disparità di trattamento tra presidi giudiziari che hanno le stesse caratteristiche.
La prima omissione riguarderebbe l’omissione sul parere espresso dal Consiglio giudiziario di Caltanissetta che, invece, ha ribadito “la necessità del mantenimento e anzi del potenziamento del tribunale di Nicosia, rilevando l’assoluta inidoneità dei locali accorpanti – cioè quelli di Enna – a ricevere gli uffici del tribunale di Nicosia, nonché la notevole incidenza dei costi da sopportare”. Sulle considerazioni del Consiglio giudiziario di Caltanissetta, del procuratore generale Roberto Scarpinato e del presidente Salvatore Cardinale che si sono espressi contro la soppressione del tribunale di Nicosia, non si trova traccia nel documento della Commissione parlamentare.
Altra omissione denunciata è quella delle caratteristiche di tribunale di montagna di Nicosia. “La Commissione propone al Governo il mantenimento per un periodo transitorio non superiore a cinque anni – scrive nella denuncia il sindaco – delle sole sezioni distaccate per le peculiarità delle zone montane e rinvia specificatamente alle indicazioni provenienti dai Consigli giudiziari… Il tribunale di Nicosia è un tipico tribunale di montagna, gravato da un deficit strutturale dei collegamenti pubblici e viari”, ma la Camera ignora qesto aspetto. “Non si capisce come la Commissione… appena il giorno prima proponga di conservare per un periodo di cinque anni le sezioni staccate site in “zone montane” e invece il giorno dopo confermi la soppressione del tribunale di Nicosia. La specificità di collocazione in zona montana è requisito inderogabile perché criterio oggettivo per la conservazione, previsto dalla stessa legge delega”.
La denuncia infine fa riferimento alla violazione del principio di parità di trattamento di situazioni analoghe. Così per alcuni tribunali calabri la Commissione chiede il mantenimento “stante la particolare conformazione del territorio, che si sviluppa per 300 km e attraversa la dorsale appenninica che rende estremamente difficili i collegamenti all’interno della Regione”, ma gli stessi criteri non sono applicati al tribunale di Nicosia. La disparità di trattamento riguarda anche un altro criterio oggettivo della Legge delega che è “l’incidenza della criminalità organizzata” sulla quale la relazione della Corte d’appello nissena si sofferma in dettaglio lanciando un allarme sui rischi di un depotenziamento dei presidi giudiziari. Malfitano sottolinea che il componente della commissione, Marco Pugliese di Grande Sud, ha fatto mettere a verbale un passaggio inquietante denunciando “i comportamenti sconvenienti di taluni colleghi che, nel tentativo di salvare specifici uffici giudiziari, hanno dato vita a una sorta di baratto”.
Al ministro Severino viene chiesto di non tenere conto del parere della Camera, ma dei criteri oggettivi per i quali il tribunale di Nicosia ha diritto ad essere mantenuto.