Aidone e le due facce di Morgantina


Si sperava molto che con l’arrivo della Dea di Morgantina, Aidone potesse incrementare il suo turismo culturale. Così non è stato per tanti motivi e se il museo di Aidone con l’arrivo della Dea si è tirato a lucido, è anche vero che la zona archeologica è ridotta in uno stato deprimente, pieno degrado a Morgantina, e si resta stupiti per l’incuria e l’abbandono dell’intera zona dove ad emergere non sono i resti dell’antica Morgantina, ma le sterpaglie, i viali dissestati, i cartelli bruciati. Nell’area archeologica, meta di migliaia di turisti si nota che le antiche abitazioni, quelle del quartiere occidentale e lungo la strada che porta all’Agorà, appaiono sommerse dalle erbacce. Le erbacce sono così fitte che è impossibile distinguere quello che vi si trova sotto. I cartelli informativi sono un disastro, la maggior parte sono divelti dai loro supporti, alcuni sono fatti a pezzi e sparsi tra i monumenti. Gli unici rimasti in piedi sono illeggibili, anneriti e arsi dal calore del sole. Da aggiungere che i resti del santuario di Demetra e Kore sono un tutt’uno con le sterpaglie, vicino al teatro antico si vedono di bottiglie di plastica, scomparso anche il tabellone davanti alla casa di Eupolemo, dov’è stato trafugato il tesoro “sacro agli dei”.

Sorprende questa incuria in una delle zone archeologiche più belle d’Italia e non è una giustificazione dire che la Regione non ha dato soldi per il decespugliamento; il comune avrebbe potuto tirar fuori delle risorse per migliorare un bene che è di tutti e che porta turisti da tutto il mondo. Per quanto riguarda i tabelloni informativi, il direttore del parco assicura che “entro settembre saranno sostituiti, si sta dando incarico ad una ditta, che presenterà materiali diversi per vedere quale resiste meglio al caldo dell’estate e al freddo dell’inverno. I vecchi cartelli erano stati realizzati con materiali scadenti”. Il direttore del Parco, Enrico Caruso lamenta, inoltre, la mancanza d’autonomia economica. “Se fossimo diventati Parco –spiega – avremmo sicuramente meno problemi. La struttura c’è, ma mancano tutti i supporti, come la perimetrazione, che avrebbe dovuto fare la Soprintendenza e che non ha fatto per due anni. I soldi incassati dalla vendita dei biglietti fanno a finire alla Regione e non al Parco per migliorare le strutture”.


News di Giulio Giallombardo tratta da siciliainformazioni.com