Nicosia è costruita su picchi e costoni, gli incendi e la pioggia compromettono l’assetto idrologico

Nicosia. Avviata la ricognizione sulla situazione idrogeologica delle pendici rocciose. Nicosia è una cittadina costruita su picchi e costoni soggetti a dissesti. Lo conferma il masso pericolante sulla centralissima via Vittorio Emanuele, arteria sulla quale quotidianamente transitano migliaia di mezzi e pedoni, che ha costretto a un intervento di messa in sicurezza con la procedura della somma urgenza.
A confermare che il masso è distaccato dalla parete e rischia di cadere fuori dal muraglione di contenimento e quindi sulla strada, sono stati i tecnici che hanno effettuato un sopralluogo a seguito del quale l’assessore ai Lavori pubblici, Calogero, Lociuro ha disposto l’intervento.
Purtroppo quello di via Vittorio Emanuele, che si trova sotto il versante nord ovest del poderoso picco del castello, non è un caso isolato. Nei giorni scorsi è stato necessario chiudere un tratto di via Arena, anche quella sulle pendici del castello, sul versante nord est. Il distacco di massi e detriti su via Arena è una conseguenza degli incendi che ad agosto hanno interessato la zona, danneggiando la rete di contenimento che dovrà essere rinforzata e si dovranno sostituire alcuni cavi e ancoraggi.
“La nostra città è tutta costruita su picchi e pendici. Abbiamo deciso una ricognizione di tutte le aree – ha spiegato il sindaco Sergio Malfitano – perché le piogge abbondantissime che hanno caratterizzato lo scorso inverno e poi gli incendi di questa estate potrebbero avere compromesso il già delicatissimo assetto idrogeologico. I sopralluoghi proseguiranno fino a quando non avremo una mappatura complessiva. Quindi si interverrà là dove emergessero situazioni di pericolo”.
La città sorge su alture fragili, arenaria e argilla, che da secoli si muovono, cedono e franano. Negli ultimi decenni sono state realizzate opere di consolidamento e messa in sicurezza anche imponenti, ma ci sono picchi e pendici sui quali non si è intervenuto per mancanza di finanziamenti. Anche le opere realizzate negli anni passati potrebbero avere bisogno di manutenzione e la ricognizione punta per prima cosa e verificare le condizioni delle reti di contenimento e delle barriere e muraglie paramassi.
“Piogge torrenziali, gelate eccezionali e caldo torrido che si sono avvicendati – prosegue il sindaco – sono fattori che causano o aggravano il dissesto. Ritengo indispensabile scongiurare qualunque rischio”.
La ricognizione riguarderà il picco del castello, che comprende sul versante Est la famigerata “Lavanca” area che nel ‘700 fu oggetto di una frana che cancellò migliaia di case. La massa si mosse lentamente permettendo alla gente di mettersi in salvo. Il movimento della Lavanca non si è mai arrestato e la zona, dove si è ricostruito, continua a scivolare verso valle di alcuni millimetri ogni anno.