Archeoclub di Aidone prepara una petizione per dire no al ritorno del tesoro di Eupolemos negli Usa

Aidone. Una petizione dell’Archeoclub “Aidone-Morgantina” per dire no al ritorno, negli Stati Uniti d’America, degli argenti di Eupolemos. Il prezioso tesoro del III sec. a.C. rientrato, in Italia, nel 2010, ed esposto al museo archeologico di Aidone, fu trafugato dall’area archeologica di Morgantina, alla fine degli anni ’70. Una magnifica collezione, che immancabilmente colpisce ed entusiasma visitatori e turisti, ma che fra due anni, nel 2014, dovrà “emigrare” nuovamente per gli Usa. “L’Archeoclub “Aidone-Morgantina”- afferma la presidente Alessandra Murabella- venuto a conoscenza degli accordi a suo tempo stabiliti per la restituzione del “tesoro di Eupolemo”, tra il Metropolitan museum e il Ministero dei Beni culturali, che prevedono, per i prossimi quarant’anni, un prestito quadriennale alternato, esprime la più totale disapprovazione per tale operazione che priverebbe il museo archeologico di Aidone per un lungo ed ingiustificato periodo di tempo di uno dei propri punti di forza, con un verosimile calo del numero dei visitatori ed un sicuro danno per la nascente economia del paese”. “L’Archeoclub peraltro – prosegue – non nasconde anche la legittima preoccupazione di eventuali danni che i preziosi potrebbero subire causa i trasferimenti (almeno cinque)”. “

“Trasferimenti- aggiunge ancora l’Archeoclub – che, se vogliamo andare in fondo, sono il “prezzo o il pizzo” da pagare per le esigenze di un museo che indebitamente li ha esibiti per trent’anni e che li avrebbe dovuto restituire senza condizioni e soprattutto non imponendo una clausola a dir poco “vessatoria”. L’associazione è presente ed opera ad Aidone, da lunghi anni, con iniziative e attività per la promozione, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, archeologico e storico di Aidone, che l’ha visto in prima linea, anche nel 2007, manifestando in piazza per chiedere la restituzione della Dea di Morgantina. Sul problema del ritorno degli argenti negli Usa, l’Archeoclub si è così subito mosso mettendo anche nero su bianco e deliberando di rivolgere una petizione a tutte le autorità competenti, regionali e nazionali, per ottenerne l’impegno ad eliminare questa clausola che a suo tempo poteva ben dirsi “ricattatoria”; di mobilitare infine l’opinione pubblica attraverso una raccolta di firme ed altre manifestazioni, che saranno presto programmate per scongiurare un evento che viene sentito come un’offesa, oltre che come un danno.
Angela Rita Palermo