La rivoluzione culturale di Grillo è iniziata davvero anche in provincia di Enna

Enna. La rivoluzione culturale annunciata da Beppe Grillo, in occasione della campagna elettorale, è iniziata. Il Movimento 5 stelle ottiene più voti in Sicilia. Cancelleri non siederà sullo scranno più alto dell’Ars, ma i grillini avranno il suo “peso” politico. Crolla la vecchia nomenclatura. I partiti tradizionali perdono rispetto al voto del 2008 oltre un milione di voti. Per certi versi si è assistiti alla bocciatura della classe politica siciliana. Nella terra del Gattopardo il comico genovese, vestitosi da politico, inizia il suo cammino all’insegna del rinnovamento. Il suo inno al cambiamento, il dire basta alle vecchie logiche politiche-affaristiche, hanno convito il 18 per cento degli isolani. Alta l’astensione, quasi il 52 per cento. All’Ars ci sarà una nutrita compagine grillina, il Movimento 5 stelle farà sentire la sua voce. I grillini, insomma, entrano nella “stanza del potere”, siederanno negli scranni del Parlamento più antico d’Europa – dicono- “per dire basta agli sprechi”.

I 2500 euro al mese di stipendio che i deputati del Movimento 5 stelle percepiranno a fronte degli attuali 20 mila euro lorde, rappresenta una svolta rispetto al passato. Un modo per affermare che non si fa politica per arricchirsi. Il rappresentante del popolo, dunque, deve essere al servizio dei cittadini. Cambia la geografia politica in Sicilia. Rosario Crocetta, uomo-antimafia, diventa Presidente della Regione Siciliana. I grillini portano, con successo, gli isolani a riflettere, via i vitalizi, via gli sprechi, e i siciliani, stanchi del malaffare, delle ruberie di molti politici della vecchia nomenclatura, hanno accordato la loro fiducia al Movimento. “Noi saremo come le zitelle acide, non guarderemo in faccia a nessuno”, ha dichiarato Cancelleri del M5S. Dall’altra parte la risposta del neo presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. “Attenzione- ha detto- le zitelle acide rimangono senza marito”. Botta e risposta, ma il Movimento 5 Stelle rimane dell’idea che a Palazzo d’Orleans si voterà di volta in volta. Di certo c’è che i deputati grillini, adesso, non potranno deludere le aspettative dei siciliani. Occorre fare sul serio, lavorare per una terra difficile, piena di insidie. Una terra dove la mafia ne ostacola la crescita.
Anche la provincia di Enna fa i conti con la valanga grillina. Con 10093 voti, il Movimento 5 Stelle diventa il secondo partito in ambito provinciale. Antonio Venturino, residente a Piazza Armerina, siederà all’Ars. In paesi come Calascibetta il M5S supera tutti i partiti tradizionali, compresi quelli di governo (Mpa e Pdl). Meglio dei Grillini, in provincia di Enna, solo il Partito democratico che conquista 10894 voti facendo eleggere il candidato Mario Alloro, fedelissimo del potente senatore Mirello Crisafulli. La guerra-politica tra l’uscente Elio Galvagno e il senatore Crisafulli viene vinta da quest’ultimo. L’ex esponente della Margherita avrà forse spazio all’interno dell’Esecutivo di Crocetta? Il voto di domenica ha decretato, inoltre, la fine dell’esperienza politica di tutti i deputati uscenti dell’Ennese. Oltre a Elio Galvagno vanno a casa Giuseppe Abbate (Grande Sud), Edoardo Leanza (Pdl) e Paolo Colianni (Mpa). Altro dato curioso riguarda la città di Piazza Armerina che si prende una rivincita su Enna. Sono due infatti i deputati della città dei Mosaici. Oltre al candidato del Movimento Cinque Stelle, Antonio Venturino (nella foto), all’Ars siederà anche una rappresentante donna, Luisa Lantieri (Grande Sud), un tempo cuffariana di ferro. Chissà adesso. E poi c’è quel dato in campo regionale che i vertici del Pdl non potranno non tenere in considerazione.
Dal 33 per cento del 2008 il partito di Berlusconi è passato al 12 per cento. Una vera disfatta. Ci sembra proprio di poter affermare che la terza repubblica ha già mosso con determinazione i primi passi. Sobrietà e moralità è quello che vogliono i cittadini dai nuovi rappresentanti politici. E chissà se la metà dei siciliani non è andata a votare anche perché indignata da una classe politica che ha dimenticato la parola etica.

Francesco Librizzi