Dopo il Tribunale potrebbe chiudere anche il carcere di Nicosia

Nicosia. Preoccupa la sempre più concreta ipotesi di chiusura del carcere cittadino, che potrebbe avvenire indipendentemente dalle sorti del tribunale, anche questo candidato alla soppressione sulla base della legge di riordino della geografia giudiziaria. Da tempo ormai si parla di una possibile chiusura del carcere che è una struttura vetusta che dovrebbe essere ristrutturata ed adeguata alle norme di sicurezza. Lavori per i quali non sembrano disponibili finanziamenti, ma che sarebbero indispensabili anche per garantire la sicurezza all’interno del carcere dove mancherebbe anche un adeguato sistema di videosorveglianza.
A confermare che il carcere è destinato ad una soppressione anche le gravi carenze di personale della polizia penitenziaria, con gli agenti in servizio in numero inadeguato alle necessità della struttura e quindi costretti a lavorare in condizioni difficili. Il caso dei due agenti aggrediti nel reparto detentivo dell’Ospedale Basilotta, è solo un esempio delle carenze gravissime del sistema. Gli agenti che piantonano i detenuti ricoverati al Basilotta, spesso svolgono turni che superano le ore massime di servizio, proprio perchè manca il personale sufficiente. Un segnale del profondo disagio che si vive nel carcere di Nicosia è arrivato da un passaggio riportato dal periodico della Diocesi di Nicosia, nel quale il direttore del carcere Gabriella Di Franco, parlando delle tante attività che si portano avanti per il recupero sociale dei detenuti, sottolinea che “il mondo penitenziario sta subendo eccessive contrazioni di risorse, non solo economiche ma soprattutto umane e il personale che opera (all’interno del carcere n. d. r.) è gravato da compiti cui adempie sempre malgrado le estreme condizioni di disagio e sovraccarico”. Il direttore Di Franco ci tiene a riconoscere al Corpo di polizia penitenziaria un apprezzamento per l’impegno profuso. Intanto si attendono le risposte dei sindaci di 11 comuni ennesi che fanno capo al tribunale di Nicosia e, quindi, anche al carcere cittadino, alla nota con la quale la Uil Penitenziari ha reiterato i rischi di una chiusura del carcere e chiesto un intervento concreto alle amministrazioni comunali, a cominciare dall’avvio di progetti concreti per l’occupazione dei detenuti, fino agli interventi “politici del territorio” per ottenere la ristrutturazione del carcere che è un ex convento trasformato nell’Ottocento in casa di reclusione. L’amministrazione comunale di Troina avrebbe già in animo di convocare un consiglio comunale straordinario sulla questione. Anche a Nicosia il presidente del consiglio potrebbe mettere il punto all’ordine del giorno di una seduta straordinaria. Si tratta di atti che se pure non cambiano le sorti eventualmente già decise, come è avvenuto per il tribunale, possono comunque servire a manifestare il disagio e la rabbia di un territorio al quale si stanno scippando progressivamente strutture come il tribunale e il carcere che rappresentano una fonte di economia vitale.