Enna. Persi 1500 posti di lavoro edilizia al collasso, oltre 320 le aziende che hanno chiuso, 190 imprese in stato fallimentare o pre-fallimentare

Enna. Per l’edilizia è crisi profonda, imprese e lavoratori insieme in un appello a Istituzioni e Prefetto


Le organizzazioni rappresentative del settore delle costruzioni, sia imprenditoriali sia dei lavoratori, (CNA, Confartigianato, Casa Artigiani, CCIL, CISL, UIL e Ance) esprimono la loro forte preoccupazione per il grave stato di crisi e per la disattenzione allo stesso degli enti locali e delle forze politiche. Nell’anno in corso si è registrato per il quarto anno consecutivo una flessione degli investimenti che ha proporzioni drammatiche. – 45% nel triennio con un – 25 solo nell’ultimo anno.
All’assenza di investimenti pubblici si aggiunge il l’azzeramento del mercato privato non residenziale e la riduzione di ben oltre il 50% di quello abitativo, questi ultimi dovuti sia alla crisi economica che attraversa tutti i settori produttivi ma soprattutto all’assenza di credito a medio termine alle famiglie che si è ridotto del 50% solo nell’ultimo anno.
Le imprese continuano a denunciare altresì la cronica mancanza di liquidità “produttiva” per gli enti locali, con un tentativo sempre più gravoso di Stato e Regione di spostare le gravi mancanze di liquidità sui Comuni, già indebitati oltre misura e già in forte affanno in conseguenza delle recenti modifiche agli obblighi di finanza pubblica (patto di stabilità).
Ad oggi ne hanno fatto le spese ben 190 imprese che sono in stato fallimentare o pre-fallimentare e ben 800 famiglie di operai che nel solo 2012 hanno perso l’occupazione.
I dati del 2012, già da soli allarmanti, si aggravano se si sommano a quelli degli anni precedenti che già denotavano un settore in forte crisi. Nella sola nostra provincia si può stimare che dal 2009 al primo semestre 2012 ben 1500 operai hanno perso l’occupazione con conseguente impoverimento per oltre 12 milioni di euro, solo di mancati salari.
Le aziende che nel triennio 2009/2011 hanno cessato l’attività loro malgrado sono stimate, nella sola provincia, in oltre 320.
Ai dati su quella che senza dubbio si può definire la peggior crisi degli ultimi 100 anni si somma una crescente preoccupazione per l’aumento di fenomeni di lavoro nero, di imprenditori totalmente abusivi, con implicite preoccupazioni per l’aumento di fenomeni deleteri che si è cercato di combattere tenacemente nell’ultimo decennio quali usura e criminalità mafiosa.
Imprese e lavoratori delle costruzioni chiedono che al settore sia data la stessa rilevanza di altri settori. Chiedono che siano subito affrontate le inerzie delle pubbliche ammnistrazioni che ostacolano il corretto svolgersi delle dinamiche economiche (inadempienze, inefficienze). Chiedono che siano messi in atto tutte le iniziative di investimento necessarie a salvaguardare l’occupazione del settore ed a garantire un seppur mino livello di dotazione infrastrutturale degno di un paese civile (viabilità e scuole su tutte). Chiedono che il sistema bancario si assuma le responsabilità che competono al ruolo sociale ed economico che sono chiamate a svolgere. Chiedono che siano messi in essere tutti gli strumenti normativi atti a dichiarare lo stato di crisi del settore ed a allentare la morsa economica che attanaglia imprese e lavoratori.
Infine, chiedono che il Prefetto convochi un tavolo di crisi del settore per individuare le misure più idonee per indirizzare gli Enti locali all’adozione di iniziative volte al rispetto degli obblighi contrattuali e più in generale al rispetto delle leggi, valutando tutte le azioni di verifica dello stato di insolvenza onde poter avviare le più opportune azioni sostitutive sugli enti inadempienti.


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