Calascibetta. Necropoli di Realmese

La necropoli di Realmese si sviluppa lungo le scoscese pendici di Cozzo S. Giuseppe (m. 737 slm.) a circa 3 Km. dal centro abitato di Calascibetta. L’ area su cui si affaccia la necropoli era un tempo percorsa da piccoli torrenti provenienti da Nord e da Sud le cui acque, un tempo abbondanti ma di cui oggi amane ben poco, hanno lasciato traccia nella lussureggiante vegetazione che attualmente interessa la zona. Sul versante meridionale del Cozzo si addensa un gruppo consistente di tombe a grotticella artificiale che costituisce il nucleo della necropoli, la quale sì estende anche sugli altri versanti del colle con un più esiguo numero di tombe. L’altipiano sulla sommità del colle, raggiungibile unicamente da Nord-Est perché difeso sugli altri lati dalla scoscesità delle pareti, doveva probabilmente ospitare l’antico abitato pertinente alla necropoli. Il pianoro ,dalla posizione particolarmente strategica, domina a Nord la parte iniziale della vallata dell’antico fiume Chrysas – oggi Dittaino – mentre sul lato meridionale si affaccia sulle colline culminanti nei centri di Calascibetta ed Enna. La presenza di corsi d’acqua e di difese naturali ha determinato la frequentazione di quest’area sin dall’età preistorica, come è documentato dal rinvenimento di schegge di ossidiana e quarzite oltre a frammenti di ceramica a impasto. L’area interessata dal maggior numero di tombe occupa le zone più ripide del Cozzo al punto che alcune di esse sono pressocchè irragiungibili. Si tratta di sepolture a grotticella artificiale direttamente aperte sulla bianca roccia calcarea; generalmente di ridotte dimensioni, tranne qualche caso eccezionale, presentano per lo più forma circolare, talvolta rettangolare, e non è documentata la presenza di vestiboli d’ingresso o corridoi d’accesso. La maggior parte di esse presenta la copertura a volta convessa tipica delle tombe a forno ma sono documentati anche soffitti piani. Non mancano tombe a pianta irregolare (absidata, poligonale) ma si tratta di casi singolari. L’utilizzo della necropoli di Realmese copre un periodo alquanto esteso suddivisibile in due fasi principali: la prima, di età protostorica, è seguita da una seconda di età arcaica. I materiali più antichi consentono di collocare la frequentazione più antica della necropoli nel periodo di transizione tra l’età del bronzo finale e la prima età del ferro ( metà del IX sec. a. C. circa ) mentre i materiali più tardi si datano nel periodo compreso tra la metà del VII e il secondo quarto del VI secolo a. C.
Sandro Amata

Subito dopo la piazza di Buonriposo, (località nota in tutta la Sicilia per la “Sagra della salsiccia” che vi si tiene il lunedì successivo alla prima domenica di settembre), a pochissimi chilometri di distanza dall’abitato, svoltando a sinistra, percorrendo un sentiero che attraversa i sentieri gestiti dal Corpo delle Guardie forestali, finché non si arriva ad uno spiazzo. Da lì quali meraviglie, una delle più estese e meglio conservate fra le undici aree archeologiche presenti nel territorio di Calascibetta. Quest’area, che parte dalla Casa del Mastro (la cui tomba più antica pare che risalga addirittura all’età del rame!) e confluisce nei resti del villaggio rupestre di origine bizantina sito nel vallone del Canalotto, è, insieme alla celebre necropoli di Realmese, fra le più affascinanti per la bellezza dei resti e per il fascino selvaggio della natura circostante.

La Valle del Coniglio con la necropoli scoperta nel 1950 utilizzata sin dal VI secolo a.C; le due tombe a camera di contrada Quattrocchi, importantissime per via del corredo funerario ritrovato; le sepolture di Malpasso con tombe probabilmente destinate a contenere interi gruppi familiari; la tomba ipogea di Cozzo San Giuseppe pari per bellezza a certe costruzione visibili in Cappadocia; l’ambiente rupestre di Buonriposo utilizzato più volte nel corso dei secoli anche come palmento; il vallone rupestre di Canalotto, inserito lungo un intero costone roccioso composto da più di trenta ambienti utilizzato per scopi principalmente religiosi con cripte votive ed insediamenti abitativi anche del periodo bizantino. Per finire con le aree archeologiche di contrada Gazzana e Calcarella. Questi reperti testimoniano l’antichità degli insediamenti nel territorio di Calascibetta: più di due millenni di storia umana svoltisi in un arco di tempo compreso fra il 2.000 a.C. di contrada Malpasso e il 500 d.C. degli insediamenti bizantini del Canalotto. Su tutte domina Realmese, necropoli che conserva tombe datate dal decimo al sesto secolo a.C.. Essa è conosciuta e studiata da tutti i principali archeologi del mondo non solo per la bellezza delle sue sacelli a grotticella e a forno, ma anche per il contesto di natura in cui è inserita e per il fascino ancestrale che evoca nell’animo di chi si reca a visitarla. Va rilevato, inoltre, che una consistente quantità di reperti funerari ritrovati a Realmese oggi si può ammirare nei musei archeologici di Palermo, Siracusa ed Enna.
Nicola Camarda