Enna. Presidente Consiglio provinciale Greco su regalo di fine anno dell’ATO EnnaEuno

Enna. Intervista al Presidente del Consiglio Provinciale Massimo Greco sul regalo di fine anno che l’ATO EnnaEuno ha fatto pervenire ai contribuenti della provincia di Enna in questi giorni:

Perché “EnnaEuno” sta chiedendo solo adesso ai contribuenti la tassa sui rifiuti per l’anno 2006?

In questa società d’ambito, al netto degli uffici tecnici che in più occasioni hanno dimostrato competenza e professionalità, non ha mai funzionato un ufficio amministrativo degno di questo nome e di conseguenza gli errori nella gestione aziendale si sommano a ritmi preoccupanti. E’ giusto che la società venga remunerata per il servizio di gestione integrata dei rifiuti annualmente assicurato ma la richiesta deve essere girata ai Comuni e non direttamente ai contribuenti. La società d’ambito, a differenza di quella che si occupa della gestione dei servizi idrici, non ha alcun rapporto sinallagmatico di natura contrattuale con i contribuenti. Né la società d’ambito può ritenersi Soggetto impositore titolato a richiedere ai contribuenti il tributo necessario per assicurare il servizio, atteso che la Corte di Cassazione nel 2010 ha affermato chiaramente che il potere impositivo, essendo espressione della sovranità dello Stato, non può essere delegato a soggetti di natura privatistica.

Quindi queste pretese sono illegittime?

Secondo il mio parere sì. Vero è che il servizio deve essere pagato e che il contribuente non può ritenersi esonerato dal pagare il tributo necessario per assicurare il servizio anche in presenza di un annullamento delle procedure amministrative statuito dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per l’anno 2006, ma questa procedura presuppone il ripristino delle regole amministrative sottese al rapporto tra Comune/contribuente. Voglio dire che, in disparte l’ipotesi della prescrizione quinquennale che merita un ulteriore approfondimento, dovevano essere i Comuni a chiedere questi tributi non riscossi negli anni e non la Società d’ambito che era già stata censurata in questo senso.

A questo punto i contribuenti cosa devono fare?

Dovrebbero, anche per il tramite di un associazione di consumatori/utenti, tentare di chiedere l’annullamento in autotutela di tutta questa manovra e nel caso di esito negativo espresso o tacito impugnare le singole pretese tributarie presso il Giudice Tributario.

Ma questa è una storia senza fine?

Fin quando i decisori delle politiche pubbliche locali non decideranno di affidarsi a persone competenti il contenzioso non avrà mai fine ed a pagare saranno sempre i contribuenti costretti, loro malgrado, a pagare anche gli errori fatti dall’ignorantia legis.