Nuova spaccatura tra sindacati; firmano accordo solo Cisl e Uil con AcquaEnna

Enna. Nuova spaccatura all’interno del fronte sindacale. La Cgil infatti non si è presentata all’incontro con AcquaEnna e quindi non ha firmato l’accordo definitivo che prevede l’occupazione e il riconoscimento dei diritti acquisiti di tutti i lavoratori impegnati nel servizio idrico integrato della provincia di Enna. Accordo che invece è stato sottoscritto da Cisl e Uil. “Noi non firmiamo nessun accordo –ci ha dichiarato lunedì mattina la segretaria Rita Magnano- se prima non passa al vaglio dei lavoratori”. Soddisfazione dei segretari generali e di settore di Cisl e Uil, Tommaso Guarino, Vincenzo Mudaro, Giuseppe Caronte e Filippo Manuella che “sottolineano che dopo una lunga ed estenuante trattativa durata quattro mesi il sindacato (purtroppo con l’immotivabile assenza alla firma conclusiva da parte della Cgil) ha ottenuto il massimo risultato”. Inoltre evidenziano che “il principio ispiratore dell’accordo, oltre che della tutela dei lavoratori, si è preoccupato di non prevedere alcun aggravio per l’utenza”. Nel comunicato congiunto tra i due sindacati, firmatari dell’accordo, e AcquaEnna si legge che “il ritiro della firma della Cgil dall’accordo generale del 14 gennaio scorso è tanto ingiustificato quanto inaccettabile e privo di qualunque effetto legale e sindacale per quanto segue: non sono date dalla Cgil motivazioni plausibili a fondamento per gli aspetti non valutati nell’accordo o per fatti nuovi; la medesima Cgil ha ritenuto di firmare l’omologo precedente accordo con l’Asen ed AcquaEnna anche senza il consenso dei lavoratori; la Cgil ha sottoscritto l’accordo generale senza alcuna riserva, così come hanno fatto tutti gli altri sindacati, per devoluzione tipica del potere di rappresentanza di tutto il corpo dei lavoratori che nella negoziazione collettiva è attribuito dall’ordinamento a titolo originario al sindacato, il quale prima della firma può sentirsi con i lavoratori iscritti ma senza trasferire loro la piena decisione; la Cgil ha solo paventato, nei verbali da lei richiamati, la revoca della firma, in piena discontinuità rispetto alla dichiaratamente condivisa impostazione data a detto accordo di solidarietà fra lavoratori e superamento dei privilegi in un corretto bilanciamento fra gli interessi generali, sociali e individuali, ad evitare per quanto possibile i licenziamenti degli esuberi ed il rischio di un conflitto fra lavoratori con interessi drasticamente differenziati e con aspettative in diritto particolarmente contrastanti; il contrasto paventato successivamente dalla Cgil sul riconoscimento a priori ad alcuni lavoratori di diritti e privilegi contestati, che si è inteso lasciare alle decisioni del giudice eventualmente adito, appare caratterizzato da incoerenza interna e da intenti discriminatori cui tale accordo sindacale non poteva aderire. Per altro, tale revoca nel colpire in toto l’accordo sembra un esercizio astratto di una facoltà che dovrebbe invece discernere nel corpo del documento contestato, che é risultato di un percorso lungo tre mesi e mezzo raggiunto con stringente coerenza in molteplici riunioni esaustivamente verbalizzate. Non si ritiene che tutto ciò che si è convenuto possa essere così rimesso in discussione. E, poiché l’accordo Asen non è contestato da Cgil, si può solo dedurre che l’unica questione sui cui interverrebbe la revoca è la non estensione del riconoscimento ex art. 2112 anche a coloro che non ne hanno titolo originario. Pertanto si invita la Cgil a recedere dalla sua posizione, contribuendo in modo positivo all’attuazione delle decisioni assunte ed alla formazione di quelle ancora da assumere. E, visto che il regolamento di attuazione oggi sottoscritto non modifica l’accordo, si invita la Cgil a volerlo condividere”.

Giacomo Lisacchi