A rischio chiusura 10 uffici del Giudice di pace

Anche se la soppressione del tribunale di Nicosia è l’argomento che tiene banco per i risvolti economici e sociali, la legge di riordino della geografia giudiziaria porterà anche alla soppressione di 10 uffici del giudice di pace in tutto l’Ennese. A salvarli dalla chiusura possono essere solo i Comuni dove hanno sede che devono assumersi i costi per il loro mantenimento. Rimangono ormai solo 10 giorni di tempo alle amministrazioni comunali di Piazza Armerina, Valguarnera, Centuripe, Villarosa, Barrafranca, Aidone per la zona Sud e di Troina, Regalbuto e Agira Leonforte per la zona Nord, per trasmettere la documentazione al ministero della Giustizia con la quale si fanno carico dei costi di mantenimento e funzionamento degli uffici.
Entro il 29 aprile prossimo devono essere emanate le delibere relative all’impegno di copertura finanziaria che poi entro il giorno successivo devono esser inviate al ministero. Si tratta di termini rigidi, la cui scadenza comporterà, salvo una revisione totale del decreto legislativo di riordino, l’automatica chiusura degli uffici del giudice di pace a partire dal 13 settembre prossimo, data per la quale è prevista anche la chiusura del tribunale di Nicosia. a rimanere operativi saranno solo i giudici di pace di Enna, dove confluiranno i procedimenti di Piazza Armerina, Valguarnera, Centuripe, Villarosa, Barrafranca, Aidone e l’ufficio di Nicosia al quale tecnicamente verrebbero accorpati Troina, Regalbuto e Agira Leonforte.
Al momento non sono ancora state deliberate le assunzioni dei costi da alcun Comune, malgrado gli impegni delle amministrazioni comunali delle 10 cittadine ennesi che perdono gli uffici che vennero fatte quando si cominciò a parlare della chiusura degli uffici del giudice di Pace al di sotto di un certo numero di procedimenti trattati nell’arco di un anno. Tecnicamente il volume di tutti gli uffici dell’Ennese non arriva al tetto minimo previsto per il mantenimento e quindi, salvo interventi con le casse municipali il servizio di giustizia più “prossimo” è destinato a scomparire. Malgrado la volontà dei sindaci a mantenere il giudice di Pace, ci sono difficoltà finanziarie che potrebbero essere tali da non consentire che nei Bilanci si preveda un apposito capitolo di spesa per i locali, che in alcuni casi sono in affitto, la manutenzione, i costi di luce, riscaldamento, telefono e personale. Costi che graverebbero interamente sulle casse municipali, che hanno già enormi difficoltà per le minori entrate e che in molti casi non possono spendere somme disponibili per evitare lo sforamento del patto di stabilità.