Rifiuti. Ato impugna pignoramento torna a chiedere al Comune di Nicosia 5mln di euro

Il giudice del tribunale di Enna ha sospeso, “inaudita altera parte” il pignoramento da 2 milioni e mezzo di euro ottenuto dal Comune di Nicosia contro l’Ato Ennaeuno e contro i Comuni in veste di soci dell’Ato. Un provvedimento disposto per il rischio che il “blocco” delle casse dell’Ato e dei Comuni soci, determini il fermo del servizio di igiene ambientale in tutto il territorio provinciale, un servizio che è di primaria necessità rivestendo carattere di garanzia della salute pubblica. Su queste motivazioni il giudice ha ritenuto di bloccare l’esecutività del decreto ingiuntivo anche senza avere chiesto al legale del Comune di esporre le ragioni dell’Ente che rappresenta. Tutto fermo quindi fino al 20 giugno, quando il giudice dovrà pronunciarsi sulla sospensiva chiesta dell’Ato Ennaeuno. Tra l’altro l’Ato nel ricorso con il quale impugna il pignoramento torna a chiedere al Comune di Nicosia 5 milioni di euro, dei quali sarebbe debitore.
La reazione del collegio di liquidazione dell’Ato al pignoramento per 2 milioni e 200 mila euro, era stata immediata. I liquidatori avevano inviato una nota al prefetto di Enna, al presidente della Regione, all’assessorato regionale ed al dipartimento Acque e rifiuti, alle procure di Enna e Nicosia ed ai soci dell’Ato, nella quale i commissari Interlicchia e Sutera sottolineano che il pignoramento operato presso i Comuni non ha ragione d’essere perché l’Ato avrebbe la “capienza di credito”. In quella stessa nota i liquidatori hanno messo nero su bianco che “il Comune di Nicosia é debitore nei confronti di questa società per 792.477 euro relativamente al servizio espletato nell’anno 2012, di 632.555 per il servizio espletato nell’anno 2013, e di 3.767.886 per partite pregresse. Pertanto – si legge – in nostro credito alla data odierna ammonta a 5.192.918 euro”.
Una cifra che nelle successive comunicazioni era indicata in 1 milione e 300 mila euro per il saldo del 2013 ed i primi 5 mesi del 2013. si tratta di note inviate a Regione, prefettura e procure, ma sembra che negli atti depositati al giudice contro il pignoramento siano allegate un centinaio di fatture e dettagli di somme non fatturate delle quali il Comune sarebbe debitore per gli anni pregressi. Si tratterebbe di fatture per importi anche superiori ai 100 mila euro che però riporterebbero voci generiche che sono state contestate dal Comune per vari motivi, che vanno dalla mancanza di giustificativi e pezze di appoggio alla incongruità con altre voci di spesa. Comunque solo nei prossimi giorni sarà più chiaro come l’Ato chieda 5 milioni di euro, dei quali ben quasi 4 milioni per annualità antecedenti al 2012. in questi conteggi da capire anche come sono state calcolate le somme parte per il Comune di Nicosia derivanti dagli oltre 9 milioni di euro che l’Ato ha avuto all’inizio del 2012 dalla Regione per risolvere la crisi di liquidità derivante dal sovraindebitamento che non è tutto da attribuire ai mancati pagamenti da parte dei Comuni e dei cittadini. Al luglio del 2011 il debito dell’Ato Ennaeuno, primo a nascere in Sicilia, ammontava, da dati della regione ad oltre 63 milioni di euro.