Enna. Ex Presidente Consiglio provinciale Greco: territorio orfano di adeguata rappresentanza

A Palermo vi è un gruppo di 15 saggi per la riforma dell’ente intermedio siciliano, ne fa pure parte l’ex Presidente del Consiglio provinciale di Enna, Massimo Greco, a più di un mese della sua costituzione, non è che trapelino “grande” notizie, ma le riflessioni di Massimo Greco sono tutto un programma. Certo le Sue conclusioni sono ipotesi personali, visto l’andazzo non è che poi quanto afferma potrebbe essere la vera panacea per il territorio ennese, affidarci a che è già da tempo nel territorio è la risultanza.

 

Quali sono i riflessi sul territorio ennese della riforma delle Province?

Il problema del riordino delle Province rappresenta solo la foglia di fico. Dietro questa apparente politica di tagli alla spesa pubblica si nasconde l’impoverimento progressivo dei territori più deboli. Purtroppo si sta verificando ciò che da tempo sostengo, a pagare il conto di queste strane politiche pubbliche degli ultimi anni saranno per primi quei territori interni della Sicilia come la provincia di Enna.

Ma come mai non si alzano le barricate?

Perché questo nostro territorio, a parte la tenacia dell’On. Alloro, è sostanzialmente rimasto orfano di adeguata rappresentanza. Ma non mi riferisco solo a quella politica, parlo di rappresentanza in generale, civile, sociale, cultura ed economica. Non esiste più una  classe dirigente degna di questo nome in grado di difendere gli interessi del territorio.

Quindi siamo condannati alla regressione?

In questo momento bisogna essere realisti, a nulla vale la tipica retorica del “ce la faremo” senza strumenti, senza risorse e senza uomini al posto giusto. In un momento di grave crisi come quello che stiamo vivendo, resisteranno solo quei territori che nel passato hanno fatto i compiti a casa, cioè quei territori che negli ultimi 20 anni hanno irrobustito il proprio capitale sociale e possono dimostrare di non avere sprecato nessuna occasione. Non mi pare che la nostra provincia in questo senso abbia la coscienza a posto. A parte la lodevole iniziativa dell’istituzione della Kore e del più recente restauro della Villa Romana del Casale non ricordo nessun altra buona pratica.

Che fine ha fatto la cabina di regìa istituita al ’90 minuto dal Presidente Monaco?

Non so se è stata convocata, ritengo però che sia uno strumento di vitale importanza che andrebbe immediatamente messo in opera. E l’idea di affidare il coordinamento all’Università Kore mi sembra la soluzione più idonea e funzionale, anche perché dopo il declassamento dell’ente Provincia l’unica Istituzione pubblica in grado di interloquire con tutti i Comuni dell’entroterra siciliano per elaborare una strategia di difesa del territorio è proprio l’Università Kore.