Nicosia. Potrebbe essere una embolia amniotica la morte di Antonella Seminara

Nicosia. E’ durata circa 3 ore e mezzo l’autopsia di Antonella Seminara, la quarantenne di Gangi morta per le complicanze seguite alla perdita del bambino che hanno reso necessario un cesareo d’urgenza. L’autopsia si è svolta ieri all’obitorio del cimitero di Sciacca. La donna era giunta priva di vita nell’ospedale agrigentino, dove era stato trovato l’unico posto disponibile di rianimazione.
Una ipotesi trapelata è che potrebbe essere sopraggiunta una “embolia amniotica” una patologia tanto grave quanto rara, che si verifica in un caso su 80mila, e che avviene quando il liquido amniotico attraverso i vasi dell’utero finisce nel circolo sanguigno della madre, ostruendo le arterie polmonari e di altri organo vitali. Ovviamente per confermare o smentire questa ipotesi bisognerà attendere gli esami istologici e delle parti di organi prelevate durate l’esame autoptico che è stato eseguito dal medico legale Giuseppe Ragazzi incaricato dal sostituto procuratore di Nicosia, Fiammetta Modica. L’esame istologico è previsto per la fine di agosto. Sembrerebbe che la quantità di sangue emorragico rinvenuto negli organi interni non sia in quantità tali da avere determinato la morte, ma il condizionale è d’obbligo.
All’autopsia hanno partecipato i consulenti di parte nominati dall’avv. Salvatore Timpanaro che difende due ginecologi, uno dei quali assistito anche dall’avv. Carlo Alberto Raimondi, due ostetrici e l’anestesista. Gli altri indagati sono due ostetrici e l’operatore del 118 di Caltanissetta che quella sera non ha potuto garantire l’elisoccorso. Presenti anche i consulenti di parte nominati dai legali che rappresentano il marito e i familiari di Antonella Seminara, avvocati Mario Consentino e Grazia Di Vita.
«Attendiamo le risultanze della consulenza del Pm affidata a un medico legale di lunga esperienza – ha commentato l’avv. Timpanaro -, siamo convinti di dimostrare che il percorso diagnostico e terapeutico svolto dai sanitari è immune da colpa. Altri soggetti dovrebbero essere oggi sul banco degli imputati: le responsabilità vanno ricercate nella distribuzione dei posti di rianimazione, nelle inefficienze del sistema di trasporto e nelle modalità organizzative che non competono al personale sanitario».
Si attendono conferme sulla possibilità che il reparto di Rianimazione dell’Umberto I debba dare precedenza ai pazienti provenienti dal Basilotta di Nicosia, dove ieri si è svolta l’ispezione disposta dal ministero della Salute e dall’assessorato regionale alla Sanità.