Sul carcere di Nicosia silenzio del Ministero

Nicosia. Sollecitata ufficialmente al ministero della Giustizia e al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, la risposta alla nota relativa all’ampliamento del carcere inviata lo scorso giugno. Ieri il sindaco Sergio Malfitano ha chiesto un riscontro alla proposta di ampliare il carcere di Nicosia, portandolo a 100 posti, che era stata formalizzata dopo un incontro con il Guardasigilli Anna Maria Cancellieri che aveva sospeso il provvedimento di chiusura già predisposto a partire dal 30 giugno. Di fatto a oggi, il ministero della Giustizia e il Dap, non hanno ancora comunicato le linee guida sul tipo di intervento che dovrebbe essere effettuato sull’istituto di pena per garantirne il mantenimento.
A giugno il Comune aveva chiesto l’autorizzazione a procedere alla progettazione di massima dell’ampliamento, indicando anche come questo poteva essere effettuato. Da allora però il ministero, che pure ha sospeso la chiusura, non ha dato alcuna indicazione né ha autorizzato alla progettazione.
Il carcere dispone attualmente di 68 posti ma per l’ampliamento deve essere chiarito anche se viene mantenuta la struttura di media sicurezza, o se si vuole trasformare il carcere in struttura a bassa sicurezza. Una differenza sostanziale perché cambiano i parametri e gli spazi e perché nel primo caso utilizzando tutto il primo piano per il reparto detentivo si potrebbero realizzare al massimo 100 posti, mentre per la struttura con detenuti che spesso godono di regioni di semilibertà, si potrebbero realizzare anche 120 posti.
Ovviamente se dal ministero non vengono date queste indicazioni e l’autorizzazione ad avviare la progettazione, che deve comunque essere eseguita da professionisti iscritti ad un apposito albo, non è possibile sbloccare la situazione e quindi garantire il mantenimento del carcere.
Questo mentre si è già iniziato il trasloco del tribunale che dal 13 settembre sarà accorpato a quello di Enna. Inoltre nel sollecito il sindaco Malfitano sottolinea che si attendono anche risposte circa la costruzione del nuovo carcere, già previsto nel Piano regolatore generale e che potrebbe essere costruito utilizzando i fondi europei o avviando una “progetto-finanza” con capitali privati. In questo caso il carcere verrebbe costruito senza utilizzare denaro pubblico, in cambio della gestione dei provati in convenzione con il ministero della Giustizia. Un sistema che permette la realizzazione di grandi opere che diversamente, a causa della mancanza di finanziamenti pubblici, non possono essere costruite.
Il sindaco Malfitano nel sollecito ha anche sottolineato la disponibilità ad un incontro al ministero. Il mantenimento del carcere diventa vitale per la città che perde il tribunale e, con esso, anche uffici come l’Agenzia delle finanze e che a breve subirà anche il ridimensionamento delle forze dell’ordine presenti in città.