Quale risparmio con la chiusura del tribunale di Nicosia

“Invitiamo il ministro della Giustizia Maria Cancellieri a venire a visitare Nicosia e i comuni del nord della provincia di Enna per rendersi conto delle numerose storture e incongruenze che una pedissequa applicazione della legge in vigore sulla riforma dei tribunali determinerebbe in quel territorio”. Così il Centro studi “Sen. Antonio Romano”, che con il suo presidente, Mario Orlando, ha aderito alla manifestazione davanti al Palazzo di giustizia di Enna contro la mancata proroga prevista dal Dl 155 della quale beneficeranno diverse sedi di tribunali, ma non quella di Nicosia.
“Non può essere solo la fredda logica dei calcoli a tavolino -dicono dal Centro studi- a governare l’amministrazione della giustizia, convinti, per di più, che la soppressione del Tribunale di Nicosia non si tradurrebbe comunque in un risparmio economico ma, anzi, in un complessivo aggravio di costi”. “Solo se si pensa alle strade distrutte –afferma il presidente Orlando-, pressoché impercorribili, più simili alle regge trazzere, che avvocati e cittadini di Troina, Cerami, Gagliano e tanti altri paesi, compreso Nicosia, dovrebbero percorre per raggiungere Enna. Per questo invitiamo la Cancellieri a venire a Nicosia, accompagnata possibilmente dal ministro Giampiero D’Alia che conosce il territorio, per rendersi conto personalmente dell’importanza di un tribunale di montagna come quello di Nicosia. E poi –aggiunge Orlando-, si chiude una sede storica come quella di Nicosia per risparmiare che cosa? Impiegati e giudici non possono essere licenziati, al limite si potrebbe avere qualche risparmio sul costo di funzionamento della sede. Ma di contro si andrebbe ad intasare quella di Enna e con quale risparmio? Ma come è pensabile una cosa del genere –tuona Orlando- quando a Enna si spendono circa 600 mila euro l’anno per affitti di locali per Agenzia delle Entrate, Archivio di Stato, Ufficio provinciale del Lavoro e altri ancora, quando, invece, vi sono diversi edifici e strutture pubbliche vuote e abbandonate. Si cominci a risparmiare da qui, tra l’altro lo prevede una recente legge del 2012”. Dunque, il Centro studi “Romano” chiede “un’apertura del Governo verso un territorio, come quello di Nicosia, che subirebbe un atto di evidente discriminazione rispetto ad un diritto costituzionalmente sancito quale quello della giustizia”. Ritiene inoltre “che certi provvedimenti che possono avere un impatto devastante sul piano sociale, tanto da rendere ancora più deboli territori storicamente fragili, debbano tenere conto delle peculiarità degli stessi sul piano geografico, economico, sociale ed occupazionale”.

Pietro Lisacchi