Ancora sui silos i due lavoratori della Grinplast di Villarosa, corteo di solidarietà questa sera

I due lavoratori dello stabilimento Grinplast di Villarosa, Michele D’Alù e Nicola Lo Brutto, protestano ormai da due giorni ad un’altezza di 20 metri. La probabile perdita del posto di lavoro sfocia in tutta la sua drammaticità nel gesto di questi due dipendenti che da quasi due giorni si trovano sui silos della fabbrica di materie plastiche.
Forti precipitazioni hanno colpito la zona ma i due, D’Alù e Lo Brutto, non vogliono sentir ragione continuando la loro pericolosa occupazione.
Questa mattina vertice in prefettura con la partecipazione della Ditta, del Sindaco e del sindacalista della CGIL, Giovanni La Valle.
Questa sera un corteo partirà dal Santuario della Madonna della Catena e si dirigerà verso i luoghi della protesta, siti in contrada Quattro Aratate, per esprimere tutta la solidarietà di una cittadinanza che non vuole restare in silenzio di fronte alla tragedia di 29 padri di famiglia che si vedono privati di uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, ovvero quello del lavoro.

A Villarosa si sta giocando una partita difficile: quella del destino di 29 famiglie e purtroppo anche quello di un intero paese che conosce bene il dramma dell’emigrazione. La Grinplast avvia le procedure per la cessazione dell’attività dello stabilimento di prodotti plastici e la relativa messa in mobilità di tutti i lavoratori e di colpo la fabbrica villarosana viene cancellata. La notizia, arrivata nella serata di martedì nel corso di una estenuante assemblea permanente che si svolgeva nella sala del consiglio comunale, è di quelle che asciugano la bocca e scatenano sentimenti di disperazione. Infatti, un lavoratore si è precipitosamente diretto presso lo stabilimento di contrada Quattro Aratati e si è arrampicato su un silos minacciando di buttarsi. Sono accorsi, subito, i compagni di lavoro, il sindaco Franco Costanza, gli assessori comunali, tra i quali l’assessore alle Attività Produttive, Enzo Costa, è salito sul silos per portare conforto e solidarietà all’operaio, e i sindacalisti. La notizia di quanto stava accadendo si è sparsa in un baleno nel paese per cui sono piombati sul sito le mogli dei lavoratori, alcune accompagnate dai figli, ma anche tanti cittadini per dare sostegno ai lavoratori in lotta. Intervenuti i carabinieri con il tenente Francesco Zangla e il maresciallo Francesco Cupani, comandante della locale stazione, e i vigili del fuoco. “Nel corso della nottata –informa il sindaco Costanza- è arrivato a Villarosa anche il dott. Rosario Alescio, liquidatore incaricato, che nel corso di una riunione in Comune ci ha informato che da quel momento in poi si occuperà della liquidazione dell’azienda. Sostanzialmente, dopo una lunga discussione protrattasi sino alle tre del mattino, non ci ha detto nulla riguardante il futuro della società e dei lavoratori. Tant’è che un lavoratore presente all’incontro è ritornato in contrada Quattro Aratati ed è salito anche lui sul silos informando i propri compagni che quella riunione non ha avuto nessun senso”. Costanza ha espresso ancora una volta “forte preoccupazione per la decisione della Grinplast” ed ha ribadito con forza la necessità di coinvolgimento del governo regionale “per scongiurare una crisi i cui esiti potrebbero essere imprevedibili e ricadere pesantemente sulle spalle delle 29 famiglie coinvolte”. Nel frattempo, le istituzioni locali e i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil sono pronti a dare battaglia, a difendere con le unghie e con i denti l’unica fabbrica del territorio. Sindaco, assessori, consiglieri e sindacalisti sono insieme agli operai ai quali non sta mancando anche la solidarietà dell’intera comunità villarosana.. Lo stabilimento, insieme a quello di Vittoria, Pozzallo e Gela, come si ricorderà, fa capo al ragusano Salvatore Cascone. “L’azienda –denunciano i lavoratori- è andata in crisi perché si è spostata parte di ciò che si realizzava da noi a Pozzallo, dove si si producevano sacchetti per la spesa, messi fuori legge. Da quel momento sono incominciati i problemi perché noi facevamo anche sacchi di plastica per l’agricoltura, poi invece film termoretraibili stampati (involucri che avvolgono le confezioni d’acqua). E’ una crisi che non era nostra, ma altrove. Noi però ne stiamo pagando le conseguenze rimanendo senza lavoro. Il problema –aggiungono- non è perdere il lavoro, ma trovarne un altro; cosa impossibile, per questo siamo pronti a tutto”. L’azienda, in un documento del maggio scorso affermava che, “pur facendo ricorso alla Cassa integrazione guadagni, i risultati di bilancio sono stati fortemente negativi”. L’esercizio 2012 si è chiuso con una rilevante perdita di 1 milione 665 mila euro. Quindi, “al fine di garantire continuità all’attività aziendale senza voler compromettere l’equilibrio economico-finanziario”, riteneva “di dover procedere alla riduzione degli addetti da 29 a 17”. Oggi invece la decisione della liquidazione dello stabilimento perché i conti dopo oltre venti anni di attivo non tornano.
Giacomo Lisacchi