Presa di posizione su precari e IMU della CGIL Enna

Enna. Prende posizione il segretario provinciale della Cgil ennese, Rita Magnano, sulle problematiche dei precari e IMU. Queste le considerazioni: “I provvedimenti varati dal governo in questi giorni lasciano l’amaro in bocca perchè parziali, insufficienti e contraddittori.
Il provvedimento che è stato presentato come la soluzione del complesso problema dei precari della pubblica amministrazione nei fatti non risponde alla totalità della platea e soprattutto esclude interi comparti come quelli della scuola e della sicurezza oltre che tutti quei lavoratori con contratti atipici che, nei fatti, sono il simbolo della precarietà.
Apprezziamo il ritorno alla trasparenza e alla norma con la previsione dei concorsi, riteniamo utile che si crei stabilità ma, siamo anche consapevoli, che non si può chiudere una stagione di precarietà nel pubblico impiego pensando a licenziamenti.
Parliamo di un precariato storico che in questi anni ha permesso a un sistema pubblico, non certamente all’avanguardia, di continuare a fornire servizi e le cui legittime aspettative non possono oggi rimanere compresse tra i rigidi paletti del turnover e dei conti in regola.
Una situazione che nella nostra regione diventa ancora più complessa e che necessita da parte del governo siciliano un’attenzione e un impegno straordinario nell’ individuare, in fase di riconversione, le dovute deroghe al decreto, considerata la specificità del nostro precariato.
Un’azione legislativa che deve essere accompagnata da un confronto con le forze sociali per definire un percorso virtuoso che possa, in un tempo contenuto, dare certezza alle aspettative dei precari della nostra regione e ancor di più della nostro territorio che della precarietà hanno ormai fatto una bandiera.
E’ indispensabile attivare con immediatezza un monitoraggio delle piante organiche degli enti locali oltre che, in generale, del sistema della PA, bisogna individuare i profili necessari per garantire i livelli essenziali delle prestazioni, occorre cercare le risorse economiche che sostengano un piano di stabilizzazione complessivo che tenga in debita considerazione anche le inaccettabili dimenticanze che si ritrovano nelle pieghe del decreto. Occorre soprattutto affrontare, per superarlo, il Patto di stabilità che ingessa gli Enti locali. E tutto questo in tempi brevi perché nel settore del pubblico impiego il tempo perso è veramente ormai troppo: si stabilizzino i precari e si torni a dare dignità alla Pubblica amministrazione con un riforma che la renda agile e trasparente e capace di fornire servizi ai cittadini in modo tempestivo.
La Cgil ritiene, inoltre, necessario che il problema del precariato venga assunto, nella sua totalità, come priorità assoluta. Sarebbe inaccettabile assistere, ancora una volta, al tentativo di dare risposte settoriali che mettano l’uno contro l’altro il mondo del lavoro precario: pubblico contro privato. Intollerabile riproposta di una strategia del dividere che, oltre ad indebolire, inasprisce gli animi di chi vivendo da anni la dimensione del lavoro precario subisce, inevitabilmente, anche il peso, ormai insostenibile, della precarietà della vita. Il vero problema oggi è quello di mettere al centro della discussione “ il lavoro”: bisogna creare lavoro etico e tutelato e ricercare risorse economiche che sostengano l’unico percorso virtuoso che possa garantire la crescita. Un percorso che necessariamente deve essere sostenuto da principi di economia, di moralità pubblica e di responsabilità sociale.
In totale controtendenza sembra andare, invece, il governo con l’intervento sull’IMU. Un intervento legislativo che non riteniamo sicuramente prioritario per la soluzione dei reali problemi del nostro Paese, che risponde ad altre esigenze, che continua a difendere i grandi patrimoni. Per mantenere l’impianto di un provvedimento che garantisce uguali trattamenti fra disuguali, si prevede il taglio delle risorse destinate all’occupazione, alla lotta all’evasione, alla energie rinnovabili oltre che alle forze dell’ordine. Due decreti, quello sul precariato e sull’abolizione dell’Imu che nei fatti stridono fra di loro e fanno trasparire, ancora una volta, come questa politica sia ancora lontana da quella nobile pratica dell’operare in un sano e onesto esercizio di confronto per il bene comune. La disoccupazione ha ormai raggiunto livelli pericolosi, interessa i giovani ma anche chi giovane non è più, Il malessere sociale cresce e la gente è stanca di pagare le fibrillazioni politiche. Se il decreto sul precariato del pubblico impiego aveva dato la sensazione di un cambio di rotta, nonostante le dimenticanze sostanziali riscontrate tra le pieghe del provvedimento, quello successivo sull’Imu ha subito chiarito che si trattava solo di “sensazioni” perché se si continuano a drenare risorse dal fondo per l’occupazione, per la lotta all’evasione oltre che dal sistema che dovrebbe combattere la fiorente industria del malaffare è chiaro che i proclami ascoltati in queste settimane restano solo inutili parole.
Come sindacato siamo pronti a continuare la nostra battaglia di denunzia e di difesa di un diritto indisponibile come il lavoro. Un percorso di rivendicazione indispensabile in un territorio come il nostro che si avvia verso la completa desertificazione e in cui ogni giorno diventa più difficile il riconoscimento di sacrosanti diritti travolti e calpestati a volte dalla crisi e altre dalla distorta idea che il lavoro non è un diritto ma una gentile concessione alla quale si deve sacrificare anche la propria dignità di persona”.