Contro chiusura tribunali di Nicosia e Mistretta bloccate le stazioni ferroviarie di Capo d’Orlando e Tusa. Crocetta convoca i Sindaci

Due gruppi di manifestanti che si oppongono alla chiusura dei Tribunali di Mistretta (Messina) e di Nicosia (Enna) hanno bloccato questa mattina in due diversi punti la linea ferroviaria Palermo-Messina. I dimostranti, tra i quali sindaci, avvocati e altri professionisti di una ventina di Comuni hanno fermato per circa un’ora nella stazione di Capo D’Orlando (Messina) un treno diretto a Palermo. Nella stazione di Tusa (Messina) è stato impedito di proseguire a un convoglio diretto nella città dello Stretto. Agenti del commissariato di Sant’Agata di Militello sono intervenuti per identificare i manifestanti, oltre un centinaio. Intanto il sindaco di Nicosia, Sergio Malfitano, e tutta la sua giunta sono arrivati stamattina a Roma per protestare assieme ai sindaci di altri 31 Comuni dove dal 13 settembre verranno chiusi i Tribunali secondo il decreto sul riordino della geografia giudiziaria.

Il Presidente della regione Crocetta questa mattina durante un incontro con alcuni sindaci ha affermato che la Regione è pronta a farsi carico delle spese dei Tribunali di Nicosia e Mistretta.

Il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha scritto una lettera al Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, per affrontare la questione che riguarda la chiusura di alcuni tribunali siciliani. “Ritengo sia fondamentale la tutela di quei presidi di legalità – ha detto Crocetta – ed è mia intenzione chiedere che il governo nazionale riveda la propria posizione con una nuova legge, tenendo conto che c’è la disponibilità della Regione Siciliana a contribuire per il mantenimento in vita dei tribunali siciliani, strategici ed essenziali per la legalità e la lotta contro il sistema mafioso. Per discutere di questo, – conclude il presidente – la prossima settimana incontrerò a Palazzo d’Orleans i sindaci delle città interessate”.

“Un impegno economico della Regione per consentire il prosieguo delle attività dei tribunali siciliani soppressi, Nicosia e Mistretta, è un fatto positivo e concreto. Restiamo tuttavia dell’opinione che serva un intervento del governo regionale sul piano politico, affinchè le soppressioni siano revocate e sia avviato un percorso di riforma all’insegna dell’equità tra territori, finalizzato al buon funzionamento della macchina giudiziaria”: lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, mentre nell’isola monta la protesta contro la chiusura delle due sedi giudiziarie. “Ci aspettiamo da Crocetta- aggiunge Pagliaro- un intervento presso il ministro dell’Interno, esercitando un’adeguata pressione, così come la Cgil sta facendo a tutti i livelli”.

“Tribunale Nicosia: è l’ora del dentro o fuori” così a Roma l’on. Maria Greco a colloquio oggi con il Ministro Cancellieri e domani con il Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria Birriteri.
“Qualcosa si muove, spero nella loro sensibilità, non lascio intentata nessuna strada. Importante anche la protesta popolare pacifica”. Adesso si fa sul serio, adesso non si può più rimandare, si entra nella fase del dentro o fuori. Oggi, al massimo domani, si decideranno con buone probabilità in maniera definitiva le sorti del palazzo di giustizia nicosiano.
E mentre il Guardasigilli, Anna Maria Cancellieri, ha appena annunciato a Palazzo Madama “l’oggettiva impossibilità di fermare oggi la riforma della geografia giudiziaria” (che dovrebbe entrare in vigore già dopodomani), a Roma, l’onorevole Maria Greco, unica parlamentare ennese presente a Montecitorio, si gioca tutte le ultime carte rimaste provando a portare a compimento una battaglia condotta fin qui con ardore, impegno e costanza sin dal suo insediamento in Parlamento in sinergia con le altre istituzioni e con i cittadini di Nicosia e dintorni.
La deputata nazionale agirina del Partito Democratico incontra tra poche ore, nel pomeriggio di oggi, il Ministro della Giustizia, Cancellieri, per provare evidentemente a farle cambiare idea. E proprio al termine di quest’ennesima chiacchierata rosa, potrebbe già venir fuori il responso. Se così non dovesse essere, domani mattina, alle 10, l’on. Maria Greco ha in programma un altro colloquio di fondamentale importanza, sempre presso il Ministero di Grazia e Giustizia, ma stavolta con il Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, Luigi Birriteri. “Qualcosa si muove – ha dichiarato la parlamentare ennese del PD – so che non si tratta di una battaglia facile, ma non sto lasciando intentata nessuna strada. Si tratta di due colloqui molto importanti nei quali confido. Auspico attenzione e sensibilità da parte del Ministro. E nel frattempo penso sia importante che prosegua la protesta popolare pacifica per sostenere le istanze prodotte da chi di competenza ed il mio impegno nelle sedi romane”.

Ipotesi di accordo tra Regione Sicilia e Ministero per salvare i tribunali minori siciliani o quantomeno quello dei Nebrodi. Questo l’esito dell’incontro tenutosi oggi a Santo Stefano di Camastra, dove le cittadinanze dei comuni dei Nebrodi, coinvolte nella chiusura dei tribunali hanno manifestato alla stazione ferroviaria incontrando poi il presidente della regione Sicilia a Rosario Crocetta. Domani intanto previsto un incontro al Ministero di Grazia e Giustizia alla presenza del vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Antonio Venturino. “Accolgo con soddisfazione apertura ad un dialogo de parte del dirigente del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria Luigi Birritteri che – dichiara Venturino- ha annunciato di voler ricevere una delegazione di sindaci, avvocati ed amministratori locali che in questi giorni stanno protestando contro la chiusura dei tribunali minori prevista per il 13 Settembre. Anche oggi ho incontrato i cittadini e gli avvocati dei comuni coinvolti, manifestando con loro alla stazione di ferroviaria di Santo Stefano di Camastra. Una mobilitazione pacifica che ha destato al Ministero competente, l’attenzione sulla necessita’ di un dialogo che forse sino ad oggi non c’era stato. Domani saro’ a Roma insieme ai sindaci ed una delegazione nella speranza di risolvere una questione che non e’ degenerata solo grazie alla buona volontà della cittadinanza. Seppure si tratta di un piccolo segnale, – conclude il vicario del parlamento siciliano- spero si arrivi ad una conclusione soddisfacente per tutte le parti.

“Nessun attacco alla riforma che ridefinisce le circoscrizioni giudiziarie, ma una chiara e netta critica alla sua applicazione”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, che oggi è intervenuto al Senato. “In Italia – aggiunge – fare le riforme è un’impresa ardua e anche quando ci si riesce, spesso, queste vengono applicate male. È ciò che rischia di accadere alla riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie. La delega, infatti, non è stata pienamente applicata, mancano all’appuntamento due criteri di cui il governo doveva tenere conto: la specificità territoriale del bacino d’utenza e la presenza della criminalità organizzata”. “Il ministro – conclude Lumia – dialoghi col Parlamento. Ha uno strumento nelle sue mani per applicare bene la riforma. Mi riferisco al decreto correttivo previsto dalla legge. Ci sono proposte che unanimemente abbiamo avanzato per correggere il tiro, recuperare un numero limitato di tribunali e per evitare che alcuni territori siano sguarniti, soprattutto dove è presente un’alta concentrazione mafiosa”.

Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa esprimono forte preoccupazione dopo l’incontro di ieri sera con la titolare del dicastero di via Arenula, Anna Maria Cancellieri, e preparano la mobilitazione: “Il ministro si è dimostrato indisponibile a mettere mano a una riforma che così com’è non può funzionare e questo anche per l’incapacità e la chiusura a qualsiasi confronto da parte dell’amministrazione. Come diciamo da tempo, questa riforma non risolverebbe nessuno dei ritardi strutturali del sistema”. “Abbiamo chiesto con forza un rinvio funzionale e meramente tecnico del riordino proposto dal governo, ritenuto indispensabile per risolvere i problemi organizzativi”, rimarcano le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. “Ma soprattutto abbiamo chiesto -continuano i sindacati- di iniziare insieme una seria riorganizzazione dell’amministrazione giudiziaria, segnalando l’attuale inesistenza di un sistema di corrette relazioni sindacali con i vertici amministrativi del ministero, che non siamo più disposti a tollerare”. Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa hanno preannunciato al ministro la presentazione di una vera e propria piattaforma sulla giustizia. “Per fare una riforma vera -continuano i sindacati- non basta chiudere o riaprire temporaneamente tribunali, non bastano deroghe o provvedimenti improvvisati come quelli che bloccano addirittura la mobilità volontaria distrettuale. Serve un disegno organico che tenga insieme modernizzazione del sistema e valorizzazione delle professionalità del personale giudiziario, già fortemente penalizzato dall’esercizio delle proprie funzioni in condizioni disagiate e in assenza della corresponsione degli emolumenti dovuti (Fua, buoni pasto, straordinari)”. “Al tavolo del ministro abbiamo portato proposte concrete”, sottolineano ancora Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa. “Un piano di riorganizzazione degli uffici – spiegano – che metta al centro il servizio, aggredisca i nodi veri del problema e che punti sul processo telematico, sulla digitalizzazione, sui programmi di controllo di gestione. E poi che scommetta sulle professionalità interne e su un piano di reclutamento adeguato anche attraverso la copertura delle 8.000 carenze di organico”. “Su questi punti nessuna risposta dal ministro”, concludono le tre federazioni che annunciano “iniziative di protesta già dai prossimi giorni”. Si inizierà con volantinaggi davanti alle Prefetture, ai Tribunali dei capoluoghi di provincia e alle sezioni distaccate per informare cittadini e lavoratori. Le iniziative saranno accompagnate da conferenze stampa indette a livello locale. Manifestazioni regionali in contemporanea davanti alle Corti di Appello e alla sede del ministero della Giustizia sono previste poi per la giornata del 20 settembre.