Birritteri, capo Dipartimento Giustizia: Ecco come si poteva salvare il tribunale di Nicosia. La promessa di Alfano

Nel reportage pubblicato nell’ edizione di Repubblica Palermo di sabato scorso sulla soppressione del Tribunale di Nicosia leggo di essere diventato il «nemico numero uno» di quel Tribunale e, addirittura, mi si paragona al generale Bava Beccaris, che a Milano ordinò di sparare cannonate sulla folla provocando una strage. L’ accusa non merita repliche, ma siccome, da magistrato, ho a lungo lavorato su quel territorio e, quindi, Nicosia per me non è certo un puntino sulla carta geografica mi permetto di fornire alcune precisazioni: a) non è in mio potere salvare il Tribunale di Nicosia che è stato soppresso, un anno fa, da una legge dello Stato insieme a tutti gli altri Tribunali con meno di 100.000 abitanti; b) questa decisione non può essere cambiata né dal Ministro della Giustizia né, tantomeno, da me, ma soltanto da una nuova legge che dovrebbe essere approvata nei prossimi due giorni; c) la “proroga edilizia” di cui si parla in queste ore non varrebbe, come erroneamente si crede, a “prorogare” il Tribunale di Nicosia, ma, eventualmente, soltanto a consentire l’ uso dell’ edificio a servizio del Tribunale di Enna; d) per ottenere questa cosiddetta proroga su iniziativa della sede accorpante occorreva seguire una precisa procedura che non è stata attivata ed i cui termini sono ormai scaduti da maggio 2013. i sembra anche utile ricordare che,a suo tempo, ho segnalato che l’ unica possibilità per il Tribunale di Nicosia era quella di proporre – prima dell’ attuazione della riforma, cioè prima dell’ estate del 2012 – un progetto di accorpamento di territori limitrofi in grado di dar vita ad un nuovo tribunale con un’ unica sede e delle dimensioni minime previste. Ho ribadito questo anche l’ 8 febbraio 2012 nel corso di una riunione al Ministero alla quale era presente, tra gli altri, il sindaco di Nicosia. Da allora ho appresso soltanto della difficoltà di stipulare accordi con la vicina Mistretta – la cui collettività non era disponibile a rinunciare al proprio tribunale per far sopravvivere quello di Nicosia – e della speranza che la riforma venisse rinviata, oppure, censurata dalla Corte costituzionale. Entrambe le speranze si sono rivelate vane, facendo sparire le illusioni e l’ attenzione, in questi ultimi giorni, si è spostata sulla proroga e sul nuovo progetto finalizzato ad istituire il “Tribunale dei Nebrodi” che, però, è stato presentato soltanto il 2 agosto 2013 e, per di più, prevede il mantenimento di due sedi, Nicosia e Mistretta; soluzione, questa, per la quale, ancora una volta, occorrerebbe una nuova legge. Rimango comunque a disposizione dei cittadini di Nicosia anche per un pubblico dibattito e sono disponibile a valutare ogni possibile alternativa, concretamente praticabile, che possa alleviare i disagi della popolazione – magari utilizzando la locale struttura del Giudice di Pace – per assicurare quei servizi che sono di diretto interesse dei cittadini. Neppure questa, sia chiaro, è una strada facile ma è, a mio modesto parere, l’ unica ragionevolmente percorribile nel prossimo futuro. Ogni diversa opzione ritengo sia, oggi, soltanto fumo negli occhi e non è mio costume ingannare il prossimo. L’ autore è capo del Dipartimento dell’ organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia
LUIGI BIRRITTERI

by La Repubblica