A rischio i precari del Comune di Nicosia

Nicosia. Città paralizzata dalle vicende dell’amministrazione comunale che tra ferie estive, problemi interni, dimissioni di assessori, rischia di determinare, tra l’altro, anche la perdita del posto di lavoro di tutti i precari che lavorano al Comune. Si tratta di poco meno di 100 persone per le quali sembra sempre più difficile il rinnovo dei contratti di lavoro con il Comune. La questione rischia di esplodere in tutta la sua drammaticità di qui a pochi mesi e se non si riuscirà a trovare una soluzione, che contabilmente comunque è impossibile, già a dicembre 17 lavoratori rimarranno a casa mentre da gennaio la perdita del lavoro si profila per una settantina di lavoratori a tempo determinato. Tecnicamente il Comune non potrà procedere al rinnovo dei contratti perché la spesa per il personale supera il 50% della spesa corrente.
Con i tagli operati per rientrare nella spending review la spesa corrente è diminuita rispetto all’anno scorso e così, in mancanza di correzioni e aggiustamenti, ad oggi la spesa per il personale corrisponde a circa il 60% di quella corrente. Per legge i comuni non possono spendere più della metà della spesa complessiva per mantenere la macchina comunale e quindi, superato questo paletto si deve procedere a tagliare il personale. Ovviamente si taglia partendo dai contratti a tempo determinato e da quei lavoratori che da oltre 10 anni sono dipendenti “a termine” del Comune. Il rischio a questo punto è di emergenza sociale in una città dove la percentuale di famiglie al di sotto della soglia di povertà è progressivamente aumentata e sulla quale nei prossimi mesi si abbatteranno le conseguenze della chiusura del tribunale e dove l’amministrazione ha tenuto distrattamente d’occhio i conti pubblici, tanto da non accorgersi che il costo del personale stava superando la percentuale massima consentita, al punto da mettere a rischio il lavoro di poco meno di 100 persone, mentre il consiglio comunale non ha attenzionato la questione malgrado una nota risalente ad oltre 3 mesi fa trasmessa dai dirigenti del Comune e mai andata all’ordine del giorno dei lavori d’aula. La circostanza è stata denunciata in Aula dal consigliere Filippo Giacobbe che ha anche chiesto l’apertura di una procedura ispettiva sugli atti che vengono trasmessi alla presidenza del consigli ma non sarebbero poi portati all’Odg.
La paralisi dell’azione amministrativa ha determinato già ad agosto il commissariamento per i ritardi negli atti relativi al Piano regolatore generale, mentre le beghe interne all’amministrazione hanno portato a un lavoro quasi inesistente della giunta. Ad Agosto le delibere di giunta sono state 19 a la giunta ha lavorato dal primo al 13 agosto, per poi riprendere solo il 28. le delibere hanno riguardato il pagamento degli stupendi agli operati ecologici, mentre delle 5 delibere del 28 agosto ben 4 hanno disposto di resistere in giudizio tributario contro cittadini che contestano le bollette della spazzatura. A settembre paralisi pressoché totale a causa delle dimissioni dalla giunta prima di Enza Tomasi e poi pochi giorni dopo di Licio Catalano con sole 13 delibere.

Protocollata ieri pomeriggio poco prima delle 19 la mozione di censura al sindaco Sergio Malfitano, con la richiesta di dimissioni dalla carica per consentire alla città di tornare alle urne. Una censura estremamente articolata, che tocca praticamente l’operato del sindaco e della sua giunta dal momento dell’insediamento, a maggio di un anno fa. A presentarla sono stati 5 consiglieri comunali di opposizione che annunciano anche l’adesione alla mozione di altri colleghi che siedono in consiglio. A firmarla sono stati i consiglieri di centrodestra e centrosinistra Filippo Giacobbe, Francesco La Giglia, Melo Lizzo, Mimmo Bonfiglio e Salvatore Vega che hanno proceduto a protocollarla ieri in modo da portare la mozione al consiglio comunale di lunedì prossimo. L’amministrazione e il sindaco vengono censurati su una serie di fatti che per l’opposizione sono inadempimenti al mandato ricevuto dai cittadini con il voto e che rientravano tra i punti del programma elettorale. Si va dalla paralisi pressoché totale dei Lavori pubblici, alla totale mancanza di relazione con il consiglio comunale, alla “scomparsa” di Nicosia da qualunque possibilità di diventare capofila di un consorzio di Comuni.
“Il momento è ormai drammatico – dice Giacobbe – e non possiamo pensare di andare avanti con una situazione di paralisi in ogni settore. Il sindaco ha fatto scelte sbagliate o non ne ha fatte. Per questo riteniamo sia nell’interesse della città chiedere le sue dimissioni”. La mozione parla dello stop immotivato ai progetti come il parcheggio del Belvedere o il centro commerciale di contrada Crociate. Per il parcheggio viene stigmatizzata la decisione di rinunciare al progetto e utilizzare il mutuo della Cassa deposito e prestiti per la sistemazione delle strade cittadine, che non è avvenuta. Ci sono poi le vicende legate alla mancata programmazione del bilancio di previsione, come anche il commissariamento per il Prg, malgrado le note di sollecito da parte dell’ufficio, che è stato determinato dalla decisione di non impegnare i fondi per apportare le modifiche richieste. Stigmatizzata nella nota di censura la mancanza di ogni iniziativa di rilancio turistico come anche di progetti che servano da stimolo culturale. “La censura è un atto politico – aggiunge Lizzo – che serve a mettere nero su bianco le responsabilità di questa amministrazione”. I firmatari auspicano le dimissioni, considerato che a breve ci sono importanti decisioni quali l’adesione ai consorzi di Comuni e le azioni tecniche per chiedere la riapertura del tribunale. “Ciò che abbiamo oggi è una città moribonda – conclude Giacobbe – con una imminente emergenza occupazionale”.