Parco di Regalbuto: gruppo imprenditori vorrebbe ripescarlo

Sembra incredibile, si vede che ogni tanto i sogni si risvegliano. Vi ricordate del progetto del Parco tematico di Regalbuto che doveva essere realizzato da una società svizzera e che poi era stato rinchiuso anni fa in un cassetto? Sembrava che non se ne dovesse parlare più, che fosse un progetto morto e sepolto sotto la polvere del tempo. Invece ci sarebbe un gruppo di investitori sull’asse Torino-Milano che vorrebbe riportarlo in vita. Le dimensioni sarebbero diverse, l’investimento sarebbe la metà di quello previsto originariamente, e cioè si ridurrebbe a 250 milioni, che però sono sempre una bella cifra. Pare che da indagini di mercato sia venuto fuori che un Parco tematico di divertimenti potrebbe essere un buon investimento visto che da Roma-Valmontone in giù non ce ne sono e che quelli al Nord (Gardaland e Mirabilandia) vanno benissimo. Per la verità c’è a Catania Etnaland, ma questo progetto avrebbe maggiore ampiezza ed essendo al centro della Sicilia punterebbe ad attirare tutta la clientela siciliana. Tra l’altro al momento non c’è alcuna previsione di realizzare un vecchio sogno di Nello Musumeci, cioè un Parco divertimenti nei 44 ettari dell’ex cartiera Siace di Fiumefreddo di proprietà della Provincia di Catania, commissariata perché in via di scioglimento. Il progetto Fiumefreddo si arenò a causa delle complicazioni della burocrazia regionale, rischia di accadere altrettanto per il caso Pua della Plaia e per la Perla Jonica di Acireale dove c’è uno sceicco pronto a comprare, ma attende ormai da quattro anni. La Sicilia sta diventando un cimitero di iniziative imprenditoriali, e qualcuno dovrebbe spiegare anche il perché.
Questo gruppo piemontese-lombardo che avrebbe le banche alle spalle, non intende chiedere un solo euro alla Regione, che tra l’altro in questo momento non solo ha poche risorse, ma sarebbe aspramente criticato in sede politica se cofinanziasse un Parco divertimenti. A questo gruppo basta avere il patrocinio della Regione per avere le spalle politicamente coperte, e non dovrebbe avere difficoltà a riceverlo dato che un progetto del genere finanziato da privati porterebbe lavoro e impulso turistico nel centro dell’Isola, attorno a un lago di grande suggestione.
Come qualcuno ricorderà, il progetto finanziato da una ricca famiglia svizzera e portato avanti dall’avvocato Mario Cavallaro di Giarre e dal suo socio Rosario Nicolosi sembrava essere sul punto di partire. I soldi dei privati c’erano, il cofinanziamento della Regione era stato assicurato dall’allora presidente Cuffaro, c’era anche lo sponsor politico, e cioè il viceministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso. L’investimento complessivo sarebbe stato di 600 milioni di euro, con un contrubuto statale di 97 milioni. Erano stati persino opzionati i terreni attorno al lago. Per presentare il progetto era stata fatta una festa nella piazza del Municipio con la partecipazione della banda musicale e prima si era tenuta a Enna una importante riunione alla presenza dell’allora presidente della Provincia Cataldo Salerno per dare gli ultimi appoggi politici al progetto che riguardava numerosi Comuni dell’area.
Poi a poco a poco gli entusiasmi si spensero e calò un silenzio irreale su tutta la questione senza sapere bene perché. In sostanza non si è saputo se sono mancati i soldi dei privati, se la Regione all’improvviso ha detto no all’iniziativa (tra l’altro stava ampliando la strade di circonvallazione di Regalbuto per il previsto transito dei pullman turistici), di fatto il progetto andò in fumo portandosi via la speranza dell’assunzione di centinaia di addetti. L’ipotesi più probabile è che forse gli svizzeri sono stati dubbiosi sull’utilità di un così ingente investimento.
Ora ci sarebbe in itinere quest’altro tentativo a cui assistiamo senza illusioni per vedere che tipo di consistenza può avere in seguito.

Tony Zermo – La Sicilia 091013