Catenanuova, interpellanza sul mancato rispetto del patto di stabilità

Catenanuova. Da parte della minoranza consiliare composta da Castelli, Passero, Punzi, Mazzaglia, Bartolotta, a luglio un’interpellanza indirizzata al sindaco Biondi e al presidente del consiglio Castiglione con la richiesta di relazionare in consiglio sul mancato rispetto del Patto di stabilità. Da quel consiglio sono trascorsi tre mesi e dopo la verifica delle carte, il sindaco ha chiarito relazionando: “Nel 2012 non è stato rispettato il patto di stabilità per la somma di 617mila euro, assoggettabilità che il comune ha contestato poichè nel 2011, la popolazione era al di sotto dei 5mila abitanti seppure avesse anagraficamente superato il limite e quindi l’assoggettamento al Patto di stabilità poteva prefigurarsi dal 2013. Nel frattenpo il comune, venuto a conoscenza di una nota legislativa della legge di conversione del Dl 15/2013 n°64 art 1 e 17, dando prova delle spese in conto capitale del 2012 sostenute, ha beneficiato di una riduzione pari a 379mila euro, trattenendo il ministero le rimanenti 238mila. A migliorare la situazione -scrive nella propria relazione il sindaco Biondi- è anche intervenuta la sentenza della Corte costituzionale n° 219 del 19 luglio che ha dichiarato l’illegittimità dell’art 7 del d.lgs 149 del 2011 per le regioni a statuto speciale che annullava la possibilità di irrogare sanzioni 2011 e 2012 a carico degli enti locali siciliani che non hanno rispettato il patto di stabilità. A chiarimento, il comune ha inviato lettera giorno 16 settembre al Ministero del tesoro per richiedere l’applicazione della sentenza 219 di luglio ed in effetti in data 2 ottobre il Ministero delle finanze ha accreditato le 238 mila euro prima trattenute, chiudendo cosi ogni contenzioso e le sanzioni ad esso collegate”. In sintesi dunque un buon lavoro da parte della minoranza ma anche un’apertura d’informazione da parte della maggioranza nel rispetto anche delle esigenze della popolazione di voler sapere come vanno le cose nella casa comune.

Carmelo Di Marco