“Non lo dire a mamma” – l’otto marzo va in scena in Aidone

aidone 8 marzo 2014 (2)“Non dire niente a mamma” la frase ripetuta fa da file rouge nel “Dossier” scenico-teatrale, messo in scena in Aidone il 7 e l’8 marzo per celebrare la giornata della donna. L’autore e regista della pièce teatrale, Calogero Matina, attraverso una serie di scene, diverse per forma e tecnica, affronta quella che è diventata l’emergenza sociale: il femminicidio e la violenza di genere; il pubblico viene indotto a riflettere, a farsi domande, a guardare, oltre l’apparenza della normalità, all’orrore e alla violenza che si nasconde tra le pareti domestiche, dietro la facciata del perbenismo. Un pugno nello stomaco degli spettatori, rivelato dai tiepidi applausi iniziali che raccontavano disagio e imbarazzo, ben incassato man mano che si procedeva e si entrava in empatia con i personaggi e con quel nugolo di attori dilettanti di tutte le età che, con ammirevole serietà e bravura, si sono calati in parti così ardue e difficili. Lo spettacolo è frutto del laboratorio della Compagnia Teatrale Aidonese Kalòs e dell’impegno organizzativo della sezione locale dell’Archeoclub che, da qualche anno, promuove il laboratorio teatrale in vista della manifestazione estiva “Morgantina Rivive”, che quest’anno giunge alla decima edizione. L’obiettivo primario però è stato ben presto surclassato da una parte dalla voglia e dal talento dei tanti, che si sono avvicinati per caso e che nell’espressione teatrale hanno invece trovato ciò che li fa stare bene con sé stessi e con gli altri, dall’altra da un maestro, un regista, un animatore, Calogero Matina, che li coinvolge e riesce a trarre il meglio da ciascuno di loro, come hanno dimostrato in tutte le performance fin qui realizzate, si tratti di canto, danza, recitazione, mimo…

aidone 8 marzo 2014
Presentare, in una piccola comunità come la nostra, un lavoro come questo è stata una grande prova di coraggio da parte di tutti organizzatori ed esecutori, un’operazione di civiltà e di alto valore educativo; infatti, come afferma Calogero Matina, per quanto si cerchi di entrare in punta di piedi l’argomento è così dirompente che la sua rappresentazione non può non essere sconvolgente e violenta essa stessa, se non si vuole correre il rischio di scadere nel patetico e nella raffigurazione di compiaciuto vittimismo.

Franca Ciantia