I forestali siciliani, una specie in via di estinzion?

boschi aidone piazza armerinaScrivere di forestali oggi so che può essere interpretato come un atto di captatio benevolentiae, ma più mi accosto al problema, meno vedo che se ne parla, più mi convinco che sia estremamente necessario spendere una parola su questa grave problematica che, se non risolta, avrà una ricaduta devastante sulla nostra economia e sul nostro patrimonio boschivo. In questi giorni parlando con vari operai forestali, che da mesi aspettano la chiamata, ho percepito il loro grande timore che i tagli minacciati siano semplicemente rinviati a dopo le elezioni. In questi mesi più volte i forestali hanno manifestato a Palermo e nei capoluoghi delle province, ma con scarsissimi risultati e con poca solidarietà da parte delle istituzioni e della cittadinanza. Eppure non si può non riconoscere che per il nostro territorio è stato un importante sbocco occupazionale che ha permesso che le nostre cittadine non venissero del tutto spopolate, Aidone in primis che ha il più ampio territorio rimboschito. L’economia del nostro paese, edilizia e commercio soprattutto, dipende in buona parte dal contributo di questi lavoratori. Ho cercato di documentarmi è “ho scoperto” che i forestali di oggi sono appena appena la metà di diciott’anni fa e che con la crisi finanziaria regionale rischiano di essere ancora dimezzati. Il numero di risorse umane impiegate risale al 1996, da quell’anno è stata formulata la graduatoria unica distrettuale, che comprendeva tutti coloro che, a quella data, possedevano i requisiti richiesti; da allora la graduatoria non è mai stata aggiornata con nuovi iscritti, quindi, al netto di deceduti, pensionati, trasferiti, si è praticamente dimezzata. Oggi, nel 2014, risultano inclusi nel distretto di Piazza Armerina -comprendente Aidone, Barrafranca e Pietraperzia- 580 lavoratori generici (con turni di 151, 101, e 78 gg) più 200 lavoratori addetti al servizio antincendio boschivo con garanzia occupazionale di 151 e 101 giorni. I lavoratori forestali siciliani sono nel complesso 26.000. Gli amministratori regionali, quelli della svolta di Crocetta, che annaspano tagliando ovunque possono tranne che nei loro stipendi, privilegi e prebende varie della casta politica e degli alti funzionari regionali (l’ultima quella dell’acquisto o noleggio delle cinque auto blindate, per la sicurezza del presidente, che costerà quasi un milione di euro all’anno, ha colmato la misura) sembrano lontani dal pensare ormai alla loro stabilizzazione. Eppure la stabilizzazione di questi lavoratori costerebbe anche meno alla collettività, consentirebbe una migliore razionalizzazione del lavoro e permetterebbe di ottimizzarne l’utilizzo: presterebbero la loro opera per un anno intero e potrebbero essere impiegati in attività di manutenzione e vigilanza dei siti archeologici e delle aree verdi urbane, come più volte promesso. Il rischio più denso di conseguenze è quello rappresentato dal taglio di spesa che andrebbe a dimezzare il numero degli addetti all’antincendio, parliamo di lavoratori altamente specializzati che in questi anni si sono distinti come squadre d’eccellenza. Oltre ad operare nei boschi demaniali hanno supportato il corpo di vigili del fuoco, che, insufficiente per numero di addetti e per mezzi, non riesce a fare fronte alle richieste di intervento in tutti gli incendi estivi, e per ultimo non dimentichiamo che hanno anche pagato un grande un tributo in vite umane.
Franca Ciantia