Nicosia. Considerazioni dell’avv. Agozzino sul “no” alla riapertura del Tribunale

avvocati - giuseppe agozzino consigliere Unione fori sicilianiNicosia.  Una relazione, quella della Commissione di valutazione sulla riforma della geografia giudiziaria che contiene diversi errori. Dopo il no alla riapertira del tribunale di Nicosia, con un circondario giudiziario che comprende anche quello dell’ex tribunale di Mistretta, l’avvocato Giuseppe Agozzino chiarisce quali, a suo avviso, sono gli errori contenuti nella Relazione.  “L’obbiettivo è fare chiudere la Corte di appello di Caltanissetta, eliminando alla radice il quarto tribunale, Nicosia-Mistretta. Basta leggere il libro del vice presidente del Csm Michele Vietti. La recente relazione della commissione monitoraggio sul Dl 155, che ha bocciato ogni ipotesi di riapertura del tribunale di Nicosia con un bacino di utenza di 100 mila abitanti, è un atto politico che serve per inchiodare il ministro della Giustizia a non retrocedere”.  Agozzino è il coordinatore del progetto del tribunale di montagna, discusso a Roma il 7 novembre scorso, insieme al sindaco Malfitano.Il progetto, realizzato con il contributo di studi del Movimento per la difesa dei territori, era stato spedito a Roma dall’amministrazione comunale, che lo ha condiviso, ed era stato  discusso con la presidente della commissione monitoraggio Palma.  Un macigno selle ipotesi di una riapertura del tribunale grazie ad un decreto correttivo e salvo  recuperi in extremis, non rimane altra strada, come sottolinea lo stesso Agozzino,  che la stipula della convenzione Stato-Regione prevista dalla legge di stabilità e per la quale il gruppo parlamentare regionale del M5S ha già chiesto i documenti di supporto proprio al Mdt. “Se si legge con attenzione il testo della relazione – commenta Agozzino – ci si avvede che la commissione è caduta in due errori. Errori che fanno pensare ad un contenuto politico più che giuridico. Il primo è un errore di metodo, del quale vi è la prova proprio sul caso Nicosia. In sede di discussione abbiamo portato a Roma una serie di documenti sulla condizione di deficit dei collegamenti viari con Enna, segnalando molte altre criticità e chiedendo una verifica sui luoghi. La commissione scrive di non avere proceduto a verifiche per accertare quanto lamentato nel corso delle audizioni e la concreta realtà degli uffici, rimettendo al ministro ogni valutazione sulle eventuali  iniziative da intraprendere”. Il legale sollecita quindi le verifiche sulle criticità in modo da verificare se sono risolvibili ed i tempi necessari ad intervenire. “Questa analisi  servirà a valutare l’impatto della riforma sull’efficienza della giustizia riformata e non viceversa. La conseguenza di ciò – aggiunge – è che le criticità ricadranno interamente a carico di chi opera sul territorio, compresi i cittadini”. Il legale spiega qual è il secondo errore della Commissione. “E’ giuridico. Il progetto prevede la costituzione di un unico tribunale a Nicosia, con l’attribuzione di territori limitrofi. Il tutto nel rispetto della soglia minima dei 100 mila abitanti. La commissione ha confuso la costituzione di un tribunale con l’istituzione di un nuovo tribunale, tanto che ci ha accomunati ad Olbia, che era una sezione staccata e per la quale era stato chiesto un nuovo tribunale. La costituzione del tribunale di montagna riguarda un tribunale formato dai circondari dei tribunali soppressi di Nicosia e Mistretta,  preesistenti alla riforma con il raggiungimento della soglia di 100 mila abitanti attribuendo alcuni Comuni come ad esempio Gangi e Geraci. Per tale operazione non serve una legge, come ritiene la commissione, ma è sufficiente il decreto correttivo”.bruno ceramiche 1